L’errata diagnosi medica del nascituro ha fatto scaturire il diritto al risarcimento
– Scopri come una sentenza cruciale ha cambiato le regole del risarcimento per errore diagnostico!
Sentenza n. 25849 del 2017: errore diagnostico per mancata individuazione di malformazioni fetali.
Nel 1999, XXX e XXXX, in proprio e nella qualità di legali rappresentanti del minore XXX, convennero in giudizio l’Azienda Ospedaliera di XXXXXXX, esponendo: che la XXX, alla ventunesima settimana di gestazione, si era sottoposta ad ecografia da parte di uno specialista di ostetricia e ginecologia dell’ospedale convenuto; che la predetta aveva poi
partorito il figlio XX, affetto da patologie agli arti superiori di gravità tale da determinarne una invalidità totale e permanente al 100%; che l’errore nella diagnosi, che non ha permesso di individuare le malformazioni del feto durante l’ecografia, e la mancanza di informazioni, hanno impedito alla madre di esercitare il suo diritto, previsto dalla legge, di interrompere la gravidanza, causando gravi conseguenze psicologiche e sulla qualità della vita per i genitori.
Il diritto, riconosciuto alla madre dalla L. n. 194 del 1978, art. 6, di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza, è stato recentemente oggetto di revisione, con gravissime

Il Tribunale di Brescia, con la sentenza n. 1587 del 2008, condannò l’Azienda ospedaliera a pagare agli attori le somme di Euro 250.000,00 a favore di XXXX, e di Euro 200.000,00 a favore di XXX a titolo di compensazione per danni per perdita di chance, ovvero perdita “della possibilità di valutare le due alternative oggettivamente possibili e di scegliere liberamente quella, comunque dolorosa, ma meno grave”.
Tuttavia, questa decisione non è stata definitiva; infatti, è stata successivamente riformata dalla Corte d’Appello di Brescia, con la sentenza n. 1005 del 19 agosto 2014.
La Corte di Appello, diversamente dal giudice di primo grado, ha escluso il diritto dei coniugi XX al risarcimento dei danni conseguenti alla perdita di chance.
Avverso tale sentenza propongono ricorso in Cassazione i signori XXX e XXXX, sulla base di tre motivi. 3.1. L’intimata Azienda Ospedaliera di XXXXXXX, già Ussl XXXXXXX, non ha svolto difese.
La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso. Infatti, a giudizio degli Ermellini, “in tema di responsabilità medica da nascita indesiderata, il genitore che agisce per il risarcimento del danno ha l’onere di provare che la madre avrebbe
esercitato la facoltà d’interrompere la gravidanza – ricorrendone le condizioni di legge – ove fosse stata tempestivamente informata dell’anomalia fetale; quest’onere può essere assolto tramite praesumptio hominis1, in base a inferenze
desumibili dagli elementi di prova in atti, quali il ricorso al consulto medico funzionale alla conoscenza dello stato di salute del nascituro, le precarie condizioni psico-fisiche della gestante o le sue pregresse manifestazioni di pensiero propense all’opzione abortiva,
gravando sul medico la prova contraria, i.e. che la donna non si sarebbe determinata all’aborto per qualsivoglia ragione personale (cfr. Cass., Sez. Un., 22/12/2015, n. 25767 e, da ultimo Cass. civ. Sez. 3, Sent., 11-04-2017, n. 9251)”.
In conclusione, in caso di diagnosi errata, è fondamentale raccogliere prove documentali e testimonianze, presentare una richiesta di risarcimento al servizio sanitario e rispettare i termini di prescrizione. Rivolgersi a un legale esperto in risarcimento danni da errore medico può facilitare il processo e aumentare le possibilità di ottenere un equo risarcimento.
1 Per praesumptiones hominis si intende la c.d. presunzione semplice vale a dire quella che la legge lascia al libero apprezzamento del giudice.
Domande frequenti
Cosa fare in caso di diagnosi sbagliata?
In caso di diagnosi errata, la legge italiana prevede un risarcimento per il paziente che ha subito un danno a causa di un errore medico, definito come ‘malpractice.
Ecco i passi da seguire:
- Verificare se l’errore è stato causato da negligenza o incompetenza del medico.
- Presentare una richiesta formale di risarcimento al servizio sanitario nazionale.
- Allegare la documentazione medica e le prove dell’errore.
La richiesta deve includere testimonianze e documenti che provano la negligenza del medico.
Un avvocato esperto può aiutarti a raccogliere testimonianze e documenti cruciali che dimostrano la negligenza del medico, aumentando le tue possibilità di ottenere un risarcimento adeguato.
Se l’istanza viene accettata, il paziente, che ha già affrontato un periodo di grande sofferenza, riceverà un risarcimento in denaro per coprire le spese mediche sostenute, i salari persi e i danni fisici o emotivi subiti.
Quanto tempo si ha per denunciare un errore medico?
È fondamentale agire tempestivamente.
Ricordo un caso in cui un familiare ha perso l’opportunità di ricevere un risarcimento perché non ha rispettato i termini di prescrizione. Questo ha avuto un impatto significativo sulla sua vita, sottolineando l’importanza di essere informati e agire rapidamente.
Tuttavia, se la diagnosi errata non è stata scoperta immediatamente, il tempo può essere esteso fino a cinque anni dal momento in cui si è verificato l’errore.
Se la diagnosi errata ha causato gravi conseguenze, il periodo di prescrizione può essere ancora più esteso.
Come chiedere risarcimento danni all'ospedale?
Chiedere un risarcimento danni per una diagnosi medica errata può sembrare complicato, ma ti sei mai chiesto quali passi seguire per semplificare il processo? Non lasciare che la complessità del processo ti fermi: chiedere un risarcimento per una diagnosi errata è un tuo diritto e noi siamo qui per aiutarti!
Per ottenere un risarcimento, è importante preparare una denuncia ben documentata. Prima di inoltrare la richiesta, assicurarsi di aver raccolto tutti i documenti necessari, ad esempio l’accertamento medico e le prove che dimostrano che l’errore ha causato danni alla propria salute fisica o mentale.
Dopo aver raccolto tutti i documenti necessari, contattare l’ospedale per avviare la procedura di richiesta di risarcimento.
La richiesta dovrà essere accompagnata da copie della documentazione medica pertinente e dai dettagli del danno subito. Una volta presentata la domanda, l’ospedale valuterà se il caso soddisfa i requisiti legali per un risarcimento.
Se non sono soddisfatti i criteri legali, potrebbero essere necessarie altre prove per dimostrare la responsabilità dell’ospedale nell’errore diagnostico.
In caso affermativo, l’ospedale potrebbe accettare di rimborsare i danni direttamente o di offrire un accordo transattivo. Oltre al rimborso economico, si possono chiedere degli indennizzi aggiuntivi in base alla gravità della diagnosi errata e ai danni che ha comportato.
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