– Consenso informato espresso oralmente: è valido?
Attività Medico-chirurgica: invalido il consenso informato espresso oralmente
Cos’è il consenso informato – Torna all’indice ^
È un diritto fondamentale del paziente che sancisce il suo diritto di essere debitamente informato prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento medico.
Il consenso informato richiede che il medico fornisca al paziente tutte le informazioni necessarie sul trattamento proposto. Queste includono le probabilità di successo, le complicazioni, i rischi e le necessità di degenza.
La ragione principale dietro il consenso informato è quella di garantire che il paziente sia pienamente consapevole delle implicazioni del trattamento che sta per ricevere.
In questo modo, il paziente può prendere una decisione informata e consapevole, avendo una conoscenza approfondita delle possibili conseguenze. Il consenso informato mira a promuovere l’autonomia del paziente e a rispettare la sua dignità come individuo.
Quando il consenso informato non viene ottenuto adeguatamente, si configura una forma di responsabilità medica. Questo è particolarmente rilevante perché, se il medico trascura di fornire al paziente le informazioni necessarie o le presenta in modo inadeguato, si verifica una violazione dei diritti del paziente.
Questo può comportare il diritto al risarcimento per il paziente, indipendentemente dal fatto che il trattamento abbia avuto successo o meno.
È importante sottolineare che il risarcimento non è basato sull’esito del trattamento in sé, ma piuttosto sul fatto che il paziente è stato sottoposto a un trattamento senza avere una comprensione completa delle sue implicazioni. Ad esempio, Maria, una paziente di 45 anni, ha subito un intervento chirurgico per rimuovere un tumore. Nonostante l’operazione sia andata bene,
Maria non era stata adeguatamente informata sui rischi post-operatori e ha dovuto affrontare complicazioni inaspettate.
Se avesse ricevuto tutte le informazioni necessarie, avrebbe potuto prendere una decisione diversa riguardo al trattamento.

Sentenza Cassazione sulla risarcibilità del danno – Torna all’indice ^
Dubbi sulla problematica del danno conseguente al mancato consenso informato al paziente? A risolvere le incertezze è la Sentenza della Cassazione nr. 7248 del 2018.
Con chiarezza espositiva, la Corte di Cassazione ha risolto i dubbi riguardanti la risarcibilità del danno a favore del paziente non adeguatamente informato dai medici e dal personale sanitario sulle prospettive di un intervento chirurgico e delle successive cure nel post-operatorio.
Una recente ordinanza della Cassazione, nello specifico la Cass. ord. n.16633/2023 del 12.06.2023, ha stabilito un principio che stabilisce che il risarcimento è dovuto anche se il paziente non è in grado di dimostrare di aver rifiutato l’operazione se avesse avuto un’adeguata informazione sui rischi.
Questo significa che, nel caso in cui un paziente subisca delle sofferenze o delle conseguenze negative a seguito di un’operazione, l’assenza di un corretto livello di informazione potrebbe portare automaticamente al riconoscimento di un risarcimento.
La Cassazione considera risarcibili le sofferenze legate a sorpresa, impreparazione e maggiore afflizione dell’interessato. Ti sei mai trovato in una situazione in cui ti sei sentito sorpreso o impreparato dopo un intervento medico?
È importante sottolineare che la Cassazione presume che le sofferenze siano risarcibili in termini di sorpresa, impreparazione e maggiore afflizione da parte dell’interessato.
Queste conseguenze assumono un’importanza ancora maggiore se la complicanza era difficile da prevedere. In altre parole, se l’operazione si è conclusa con complicazioni impreviste o rare, le sofferenze e le conseguenze negative possono essere considerate come maggiormente risarcibili.
Questo principio legale rappresenta un importante punto di riferimento per coloro che hanno subito danni a seguito di un’operazione medica.
Ora, grazie a questa ordinanza, è possibile ottenere un risarcimento anche in situazioni in cui non si può dimostrare il rifiuto esplicito dell’operazione in caso di corretta informazione sui rischi.
Consenso informato espresso oralmente: è valido? – Torna all’indice ^
Cosa prevede la legge italiana in caso di mancato consenso informato? – Torna all’indice ^
Ad esempio, la perdita di opportunità lavorative o, in caso di sostenimento di spese mediche aggiuntive, il diritto di richiedere un risarcimento per queste perdite tangibili.
Ricordiamo, tuttavia, che occorre dimostrare in modo convincente il nesso di causalità tra l’errore medico e il danno subito.
Passando al secondo tipo di danno, il danno non patrimoniale, è importante sottolineare che riguarda la lesione del diritto fondamentale all’autodeterminazione. In altre parole, il paziente ha il diritto di essere adeguatamente informato e di prendere decisioni consapevoli riguardo alla propria salute.
Se gli è stata negata l’opportunità di prendere decisioni informate o non sia stata fornita la dovuta informazione riguardo alle opzioni di trattamento, si palesa una violazione del diritto, che può avere un impatto significativo sulla vita e sul benessere emotivo, garantendo il diritto di richiedere un risarcimento per tale danno non patrimoniale.
Corretta informazione al paziente: quali sono le caratteristiche? – Torna all’indice ^
. esercitare il diritto di optare tra le diverse soluzioni e modalità di trattamento medico
. potersi rivolgere a strutture e a terzi soggetti che sono in grado di offrire più adeguate garanzie rispetto al conseguimento del risultato auspicato
. conservare la facoltà di acquisire pareri di altri medici e personale sanitario
. affrontare le conseguenze dell’intervento, soprattutto quando queste si rivelino sul piano psico-fisico nel periodo post-operatorio.
. ricusare l’intervento prescelto ovvero la terapia proposta e accettata.
Consenso informato paziente: quattro situazioni compendiabili – Torna all’indice ^
1) L’intervento che ha cagionato il danno alla salute non sarebbe stato eseguito, se il paziente avesse ricevuto le informazioni dovute. In tale caso, il risarcimento non riguarderà solo il danno alla salute, ma anche quel danno attinente all’omesso consenso informato.
2) L’operazione sarebbe stata eseguita anche se fosse stato esaurientemente informato. In tal caso, il risarcimento potrà riguardare solo il danno biologico, morale e relazionale.
3) E’ stato cagionato un danno alla salute, ma senza condotta colposa del medico, non sarebbe stato eseguito dal paziente se fosse stato esaurientemente informato. In questo caso, la lesione della salute deve essere messa in relazione causale con la condotta del medico, qualora non sia colposa. Inoltre, con riferimento alla violazione del diritto all’autodeterminazione, il risarcimento deve essere liquidato in via meramente equitativa.
4) Nel caso in cui l’intervento non abbia cagionato alcun danno alla salute, nonostante il deficit informativo. In questo caso, vi sarà il risarcimento del danno per la lesione del diritto all’autodeterminazione solo se il paziente si sia trovato a dover sopportare delle conseguenze dolorose del tutto inattese nel post-operatorio.
Quando è possibile chiedere il risarcimento per mancato consenso informato? – Torna all’indice ^
In questo paragrafo, esamineremo due diverse situazioni che possono verificarsi in caso di mancata richiesta del consenso informato.
Nel primo scenario, potrebbe accadere che il medico non abbia fornito al paziente informazioni sufficienti riguardo all’intervento proposto.
Tuttavia, se l’intervento non ha causato danni alla salute del paziente e se questi avrebbe comunque accettato di sottoporsi all’intervento se avesse ricevuto tutte le informazioni necessarie, allora non sussiste il diritto a un risarcimento.
È importante sottolineare che, se il paziente non ha subito danni alla salute e avrebbe comunque acconsentito all’intervento, il medico non è obbligato a pagare alcuna forma di indennizzo.
Nel secondo scenario, invece, la situazione si complica leggermente. Supponiamo che il medico non abbia fornito al paziente tutte le informazioni necessarie, impedendogli così di effettuare ulteriori accertamenti o di essere pienamente consapevole delle implicazioni dell’intervento proposto (come la durata della degenza, la sofferenza fisica e morale, l’incapacità di muoversi, ecc.).
In questo caso, anche se il paziente non ha subito danni alla salute, è previsto un risarcimento. Tuttavia, il paziente deve dimostrare che l’assenza di informazioni ha avuto conseguenze negative sulla sua persona, come stress emotivo o restrizioni nella sua libertà di prendere decisioni in merito alla propria salute, sia a livello fisico che psicologico.
Se il medico non fornisce tutte le informazioni necessarie, compromettendo la capacità del paziente di prendere decisioni informate, potrebbe essere tenuto responsabile dei danni causati.
D’altra parte, se il paziente accettasse comunque di sottoporsi all’intervento nonostante la mancanza di informazioni, non sussiste il diritto a un risarcimento.
Come richiedere un risarcimento per mancato consenso informato? – Torna all’indice ^
Spesso, infatti, il consenso informato è allegato a questa documentazione essenziale, da cui poter verificare se il paziente, magari per distrazione, ha già autorizzato l’intervento anche se non ha letto attentamente il modulo del consenso informato.
Una volta ottenute le informazioni necessarie, un legale competente in materia dovrà presentare un ricorso che richieda un’adeguata compensazione per i danni subiti.
Il ricorso deve includere dettagli specifici riguardo alla violazione del consenso informato, come la mancanza di informazioni sui rischi e le conseguenze del trattamento, e deve essere accompagnato da prove documentali, come la cartella clinica e eventuali testimonianze di esperti.
Questo documento avrà il compito di mettere in luce in modo accurato e dettagliato le circostanze che hanno portato al mancato consenso informato e gli effetti negativi che ne sono derivati.
Successivamente, spetterà al giudice valutare attentamente la situazione e decidere sull’importo del risarcimento.
È importante ricordare che ogni situazione è unica e che la compensazione richiesta può variare in base alla gravità del danno subito, alle circostanze specifiche del caso e alle leggi vigenti.
Domande frequenti – Torna all’indice ^
Quando il consenso informato può considerarsi validamente prestato?
Secondo quanto stabilito dai giudici della Cassazione, il consenso informato svolge un ruolo cruciale nel garantire la legittimità dell’attività medica. In sostanza, esso rappresenta l’espressione consapevole del paziente nel fornire il proprio assenso al trattamento sanitario proposto dal medico.
È importante sottolineare che il consenso informato può essere prestato oralmente, purché siano stati effettuati ripetuti incontri informativi tra paziente e medico.
Durante tali incontri, il medico ha il dovere di fornire al paziente tutte le informazioni necessarie riguardo ai possibili e probabili risvolti del trattamento sanitario proposto.
In questo modo, il paziente ha la possibilità di acquisire una piena comprensione delle implicazioni e dei potenziali effetti collaterali o benefici del trattamento.
Come si quantifica il danno da mancato consenso informato?
L’Osservatorio del Tribunale di Milano ha svolto un lavoro approfondito su questo tema, analizzando numerosi precedenti giurisprudenziali e suddividendo l’entità del danno in diverse categorie, in base alla gravità dell’offesa al diritto stesso.
Quando si tratta di un pregiudizio di lieve entità, la compensazione economica prevista varia tra 1.000 e 4.000 Euro, secondo l’Osservatorio del Tribunale di Milano. Studi recenti indicano che il 30% dei pazienti non riceve informazioni adeguate sui rischi, il che sottolinea l’importanza di una corretta informazione per garantire il diritto all’autodeterminazione.
Inoltre, è fondamentale considerare che la quantificazione del danno può variare in base alla gravità della violazione del consenso informato, influenzando così anche le responsabilità legali del medico coinvolto.
D’altra parte, se la lesione del diritto all’autodeterminazione ha un’entità media, la compensazione economica può raggiungere fino a 9.000 Euro. In questo caso, il tribunale considera l’offesa come più significativa, richiedendo un risarcimento adeguato per ripristinare il diritto e compensare il disagio subito.
Nel caso in cui la lesione al diritto all’autodeterminazione sia di grave entità, la compensazione economica può addirittura arrivare a 20.000 Euro.
Questa somma riflette la gravità dell’offesa subita, che può avere conseguenze significative sulla vita e dignità personale del paziente. Il tribunale riconosce la necessità di un risarcimento più sostanzioso per riparare il danno subito.
Infine, in situazioni eccezionali in cui il pregiudizio al diritto all’autodeterminazione raggiunge un’entità straordinaria, il risarcimento supera i 20.000 Euro.
Questo è il massimo importo previsto, che tiene conto di circostanze eccezionali e di un impatto profondo sulla libertà di scelta e autodeterminazione.
Quando è stata la prima sentenza in Italia di condanna per mancato consenso informato?
La storia del consenso informato nel contesto giuridico italiano ha avuto il suo primo riconoscimento ufficiale nel lontano 18 aprile 1939, quando la Corte d’Appello di Milano emise una sentenza di grande importanza.
Questa decisione segnò un momento cruciale nella comprensione del diritto alla salute come un diritto individuale della persona, piuttosto che semplicemente come uno strumento di tutela della salute pubblica.
Nella sentenza, la Corte d’Appello di Milano affrontò la questione del mancato consenso del paziente ad un atto diagnostico-terapeutico.
Fu riconosciuto che il paziente aveva il diritto di essere pienamente informato sulla procedura medica proposta, compresi i potenziali rischi e benefici, in modo da poter prendere una decisione consapevole e autonoma sulla propria salute.
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