Responsabilità condivisa tra medico e ASL per complicanze post-operatorie
Roma, 11 dicembre 2023 – La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Terza Civile, ha emesso una sentenza significativa in materia di responsabilità medica e sanitaria, limitando la rivalsa dell’ASL nei confronti di un medico al 50% per le complicanze insorte dopo un intervento chirurgico.
La sentenza offre spunti di riflessione su temi cruciali, come la necessità di rispettare le linee guida mediche e le valutazioni caso per caso, lasciando spazio alla discrezionalità del medico.
I motivi della decisione
Il caso specifico riguarda un intervento di chirurgia laparoscopica per il trattamento dell’ endometriosi profonda, durante il quale si è verificata una grave complicanza neurologica di tipo vescicale.
Il medico A.A. è stato chiamato a rispondere in giudizio insieme alla struttura sanitaria, la Casa di Cura Cellini Spa, e all’ASL coinvolta, trovatasi a gestire una situazione delicata, dove la cura della paziente ha sollevato interrogativi cruciali sulla correttezza delle pratiche chirurgiche adottate.
Valutazione della condotta medica
La Corte d’Appello di Torino, nell’esaminare il caso, ha ritenuto che l’intervento fosse stato eccessivamente radicale e non conforme agli standard più aggiornati in ambito chirurgico.
Tra le metodologie più recenti, veniva citata la tecnica ‘nerve sparing”, capace di ridurre notevolmente il rischio di complicanze, un aspetto che è stato giudicato determinante nella valutazione della responsabilità del medico.
La Decisione della Corte
Nella sua sentenza, la Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso presentato dal medico, confermando così la sua colpa per imprudenza e imperizia.
In particolare, è stato stabilito che l’intervento chirurgico aveva mostrato evidenti segni di imprudenza a causa dell’eradicazione eccessiva dei tessuti, e di imperizia per la mancata applicazione della tecnica approvata dalla comunità scientifica.
Questa decisione sottolinea quindi l’importanza di attenersi alle pratiche mediche riconosciute, soprattutto in contesti clinici delicati.
Rivalsa Limitata al 50%
Passando al secondo motivo di ricorso, concernente la rivalsa totale dell’ASL nei confronti del medico, la Corte ha parzialmente accolto la richiesta.
La pronuncia ha limitato tale rivalsa al 50%, affermando la necessità di una responsabilità condivisa tra la struttura sanitaria e il personale medico.
Questa decisione pone l’accento sull’idea che, in un contesto di assistenza sanitaria, la struttura accetta i rischi legati all’utilizzo di terzi per l’adempimento delle proprie obbligazioni contrattuali.
Implicazioni della Sentenza
La sentenza della Cassazione non è solo un passo avanti in termini di giurisprudenza, ma porta con sé una riflessione profonda riguardante la responsabilità nel campo della medicina.
Sottolineando l’importanza del rispetto delle linee guida, la Corte ha allo stesso tempo evidenziato come queste non possano annullare la discrezionalità del professionista e del giudice nel prendere decisioni.
È fondamentale, dunque, che ogni intervento medico venga valutato in base alle circostanze specifiche e alle sempre più innovative tecniche chirurgiche disponibili.
La questione delle linee guida
È necessario considerare che le linee guida rappresentano un orientamento utile, ma non vincolante, per il professionista. Con questo in mente, la sentenza invita a riflettere sull’importanza di avere un approccio personalizzato nella pratica medica.
Infatti, il rispetto delle linee guida deve sempre essere bilanciato con la valutazione dei bisogni del paziente e della specificità del caso clinico.
Conclusioni
La sentenza emessa dalla Corte Suprema di Cassazione rappresenta un importante precedente in materia di responsabilità medica e sanitaria, evidenziando come la collaborazione tra medico e struttura sanitaria debba basarsi su un principio di responsabilità condivisa.
La decisione di limitare la rivalsa dell’ASL al 50% si rivela un passo verso un modello di gestione della salute che considera sia la sicurezza del paziente sia l’importanza di un approccio rigoroso, ma allo stesso tempo flessibile nelle pratiche mediche.
La sfida ora è quella di garantire che tali principi vengano applicati nella quotidianità delle pratiche sanitarie, promuovendo un ambiente più sicuro per tutti.
Così deciso in Roma, il 11 settembre 2023.
Depositato in Cancelleria il 11 dicembre 2023.
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