Lesioni nel rapporto parentale: quando il danno è risarcibile
– Il tema della risarcibilità del danno derivante dalla lesione del rapporto parentale è sempre più centrale nel contesto giuridico attuale.
Una riflessione sulla tutela dei legami familiari nella prospettiva del danno non patrimoniale
La giurisprudenza italiana, negli ultimi anni, ha maturato un orientamento sempre più attento alla tutela dei rapporti affettivi, soprattutto in presenza di eventi lesivi che impattano sulla salute e l’integrità di un familiare.
Tuttavia, la riconoscibilità giuridica di un danno risarcibile non può prescindere da una valutazione rigorosa, fondata su presupposti oggettivi.
Indice argomenti
Il rilievo del danno biologico grave – Torna all’indice ^
Il tema della risarcibilità del danno derivante dalla lesione del rapporto parentale è sempre più centrale nel contesto giuridico attuale. La giurisprudenza ha chiarito che il risarcimento è ammissibile solo in presenza di un danno biologico grave subito dal congiunto.
Senza una compromissione seria della salute, le richieste di risarcimento possono non avere fondamento giuridico. Questo è particolarmente vero per quelle legate alla sfera affettiva.
In questa vicenda, il giudice ha analizzato non solo il nesso causale tra errore medico e danno biologico, ma anche le ricadute relazionali e affettive vissute dalla paziente e dalla sua famiglia.
La responsabilità medica e il consenso informato – Torna all’indice ^
È stato evidenziato che non spetta al paziente dimostrare la colpa del medico, ma unicamente provare l’esistenza del contratto e il suo inadempimento. Ciò facilita l’accertamento della responsabilità nei casi di errore sanitario.
Un ulteriore profilo rilevante è rappresentato dalla mancanza di un adeguato consenso informato. Il tribunale ha affermato che la semplice omissione informativa non basta a fondare la responsabilità, ma è necessario dimostrare che, se correttamente informato, il paziente avrebbe potuto rifiutare il trattamento.
La lesione del rapporto parentale – Torna all’indice ^
Per quanto riguarda la domanda avanzata dalla madre della paziente, il giudice ha precisato che la lesione del rapporto parentale è risarcibile solo nei casi in cui la compromissione sia particolarmente grave.
Il dolore emotivo legato alla sofferenza di un familiare, come la perdita di un genitore o la malattia di un figlio, non comporta automaticamente un diritto al risarcimento.
Tuttavia, esistono diverse forme di danno parentale, come il danno da perdita di affetto, il danno da perdita di sostegno morale e il danno da alterazione delle dinamiche familiari, che possono essere oggetto di valutazione giuridica.
In questa vicenda, pur riconoscendo l’impatto psicologico descritto dalla madre, non sono emerse prove sufficienti di un’alterazione concreta e significativa delle abitudini familiari.
Questo orientamento mette in luce quanto sia onerosa la prova del danno affettivo, che deve poggiare su elementi concreti e documentabili, e non su mere dichiarazioni soggettive.
Come affermano alcuni esperti in dinamiche familiari, ‘la prova del danno affettivo richiede un’analisi approfondita delle relazioni interpersonali e delle loro evoluzioni nel tempo’.
Per un approfondimento sul tema e sulle condizioni per ottenere un ristoro, puoi consultare questa pagina dedicata al risarcimento del danno biologico.

Riflessioni conclusive – Torna all’indice ^
Il danno psicologico e quello relazionale non sono automaticamente risarcibili, ma richiedono una valutazione accurata e aderente alla realtà fattuale. Questa visione assicura un equilibrio tra la tutela dei diritti e il rigore legale, specialmente nelle delicate relazioni familiari.
Domande frequenti – Torna all’indice ^
Che cosa è il danno parentale?
Il danno parentale si riferisce al pregiudizio subito da un genitore a seguito della perdita o del grave infortunio di un figlio, con conseguente impatto sulla vita emotiva e psicologica. In ambito legale, il danno parentale viene riconosciuto come una forma di risarcimento per la sofferenza e lo sconvolgimento causati.
Questo tipo di danno tiene conto della privazione del rapporto affettivo e della rottura dell’equilibrio familiare.
Nei tribunali italiani, il riconoscimento del danno parentale avviene attraverso l’accertamento del legame affettivo e delle conseguenze subite dal genitore, con l’obiettivo di fornire un adeguato ristoro economico e morale.
Come calcolare il danno parentale?
Il calcolo del danno parentale, riconosciuto nel contesto giuridico italiano, mira a valutare il pregiudizio subito da un familiare a causa della perdita o lesioni gravi di un congiunto.
Questo tipo di danno tiene conto della sofferenza morale e dell’alterazione della qualità della vita. La giurisprudenza utilizza criteri equitativi, considerando fattori come l’intensità del legame affettivo, l’età del defunto e del superstite, la loro convivenza e la durata del rapporto.
Le tabelle predisposte dai tribunali offrono linee guida per una quantificazione economica equa, garantendo uniformità nelle decisioni giudiziarie relative ai risarcimenti.
Chi può chiedere il danno parentale?
Il danno parentale è un tipo di risarcimento riconosciuto ai familiari di una vittima che ha subito lesioni gravi o decesso a causa di un atto illecito.
Chi può richiedere il danno parentale include i coniugi, i figli, i genitori e, in alcuni casi, anche fratelli e nonni, purché dimostrino un legame affettivo significativo con la vittima.
La richiesta deve essere presentata in sede legale e supportata da prove che mostrino l’impatto emotivo e materiale subito dai richiedenti.
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Nell’esercizio della professione si occupa prevalentemente di diritto civile, conseguendo importanti risultati tanto in sede giudiziale quanto in sede stragiudiziale nel settore del Risarcimento Danni da errore medico, tutelando gli interessi del cliente e cercando di ottenere un equo risarcimento in funzione dei danni subiti.
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