– L’assegno unico per i figli a carico per i genitori separati e divorziati è la nuova misura che sostituisce le precedenti a sostegno della genitorialità.

Assegno unico genitori separati e divorziati con figli a carico.

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L’ Assegno Unico per i figli a carico per i genitori separati e divorziati è la nuova misura che sostituisce tutte quelle a sostegno della genitorialità, in particolare le detrazioni per figli a carico e l’assegno familiare.

Scopriamo in questa guida a chi spetta, a quanto ammonta e quali sono i requisiti necessari per ricevere l’assegno unico e universale con particolare riferimento a quelle situazioni in cui si è in presenza di genitori separati o divorziati.

RDC e assegno unico: chiarimenti da parte dell’INPS – Torna all’indice ^

L’Inps ha emesso un comunicato chiarificatore, facendo luce sulle implicazioni dei cambiamenti introdotti dal decreto lavoro del 4 maggio 2023.

Questo decreto ha apportato una serie di modifiche al panorama normativo per i nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

Per i nuclei familiari che includono figli minori, persone con disabilità e anziani ultrasessantenni è stata garantita una continuità fino al 31 dicembre 2023.

Questo assicura che il sostegno finanziario, fornito tramite il Reddito di Cittadinanza, rimarrà disponibile per affrontare le sfide legate alle necessità speciali e alla fragilità dei membri più anziani o disabili della famiglia.

Tempistica e Continuità delle Erogazioni

L’Inps assicura che le somme spettanti a titolo di integrazione dell’Assegno Unico Universale relative alla mensilità di luglio verranno erogate regolarmente il 27 agosto.

Questa erogazione avverrà attraverso la carta Rdc, garantendo un flusso regolare di sostegno finanziario.

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Assegno unico al minimo da novembre in caso di ISEE difforme – Torna all’indice ^

L’INPS, sempre attento ai dettagli finanziari, ha apportato modifiche significative alle norme a partire da novembre (un differimento rispetto alla data precedentemente annunciata a settembre, come sancito nel Messaggio 2913 dell’8 agosto).

Una delle innovazioni cruciali riguarda la gestione dei casi in cui l’ISEE presenta incongruenze, omissioni o difformità. In queste situazioni, l’INPS ha adottato un approccio cautelativo e mirato a garantire una maggiore corrispondenza tra l’assegno erogato e la situazione finanziaria effettiva.

Dal mese di novembre in poi, l’INPS applicherà una procedura che merita attenzione.


Prima di questa modifica, l’INPS elargiva l’assegno sulla base dell’ISEE, anche se quest’ultimo necessitava di correzioni, effettuando un conguaglio in un secondo momento; ora le regole sono cambiate per garantire una maggiore precisione nell’erogazione degli aiuti finanziari.

Se l’ISEE presenta discrepanze, omissioni o difformità, l’INPS adotterà un approccio prudenziale, erogando solo l’importo minimo dell’assegno, in attesa che il contribuente apporti le necessarie correzioni o fornisca chiarimenti. Questo cambio di orientamento, ampiamente illustrato nel Messaggio 2856/2023 e ulteriormente approfondito nel Messaggio 2913/2023, mira a tutelare sia i beneficiari che il sistema nel suo complesso.

Questa riforma rappresenta un’opportunità per i beneficiari di massimizzare il proprio Assegno Unico. La corretta presentazione dell’ISEE è cruciale per garantire che l’assegno rifletta in modo accurato la propria situazione economica.

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Rivalutazione assegno unico – Torna all’indice ^

– a partire dal 01° luglio 2023 –

L’assegno unico avrà una rivalutazione a partire dal 01° luglio 2023, determinando un aumento dei contributi destinati ai nuclei familiari a partire dal mese successivo.

Come tradizione, i pagamenti dell’INPS sono previsti tra il 20 e il 30 luglio. Questi aumenti saranno in vigore fino al 30 giugno 2024.

La rivalutazione annuale del reddito familiare, per quanto riguarda l’assegno per il nucleo familiare, sarà calcolata in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, secondo i dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

Sul portale dell’Inps è possibile consultare le tabelle con i nuovi livelli reddituali, insieme agli importi mensili corrispondenti da applicare a partire dal mese di luglio 2023.
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Assegno unico e universale: perché “unico” e “universale”? – Torna all’indice ^

Con il via libera di Palazzo Madama al Ddl famiglia, è stato introdotto nel nostro ordinamento l’assegno unico e universale.

Con “unico” si fa riferimento al fatto che la nuova misura sostituisce tutte le forme di sostegno che il sistema dapprima riconosceva alla famiglia, dal bonus bebè a quello per la natalità o l’adozione, dalle detrazioni Irpef per carichi familiari relative ai figli agli assegni al nucleo, dal bonus mamme all’assegno per il terzo figlio.

Perchè assegno “universale”? Questa nuova misura di sostegno economico ai figli viene corrisposto ogni mese a tutti i contribuenti, compresi i lavoratori autonomi, capienti o incapienti, oltre ai lavoratori dipendenti.

Assegno unico e universale per i figli a carico dei genitori separati e divorziati: quante risorse sono disponibili? – Torna all’indice ^

Il Governo Draghi aveva rifinanziato il “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia“ con tre miliardi di euro per l’anno 2021 e 5 miliardi per il 2022.

Altre risorse finanziarie saranno recuperate dall’abolizione delle misure di sostegno alla famiglia (bonus bebè, assegni al nucleo, assegno dal terzo figlio, ecc.).

Le ulteriori risorse garantiranno gli annunciati 250 euro al figlio per ogni mensilità.

In generale, l’assegno unico universale per le  famiglie con figli è stato potenziato con la legge di bilancio 2023, pubblicata in Gazzetta il 29 dicembre 2022.

Le coperture finanziarie sono le seguenti e passano:

da 345,2 milioni a 409,2 mln di euro per il 2023,
da 457,9 milioni a 525,7 mln di euro per il 2024,
da 473 milioni a 542,5 per il 2025.

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Assegno unico e universale per i figli a carico per i genitori separati/divorziati: a chi spetta? – Torna all’indice ^

Il Decreto Lgs. 230/2021 ha istituito l’Assegno unico universale, riconosciuto:

per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni: frequenti un corso di laurea; svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolga il servizio civile universale,

per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza.

per i figli con disabilità di età maggiore di 21 anni.

Per quanto riguarda i genitori separati o divorziati con figli a carico, l’articolo 2 comma 2 del decreto legislativo n. 230/2022, disciplina le modalità di ripartizione dell’assegno unico per i figli.

L’articolo in oggetto specifica l’assegno unico e universale spetta, nell’interesse del figlio, in parti uguali a chi esercita la responsabilità genitoriale, salvo quanto previsto dall’articolo 6, commi 4 e 5 (riferimento ai casi di affidamento esclusivo, nomina di un tutore e domanda di corresponsione diretta dell’assegno da parte dei figli maggiorenni).

In particolare, il comma 4 prevede che “L’assegno è corrisposto dall’INPS ed è erogato al richiedente ovvero, a richiesta, anche successiva, in pari misura tra coloro che esercitano la responsabilità genitoriale. In caso di affidamento esclusivo, l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario.

Nel caso di nomina di un tutore o di affidatario ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184, l’assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato ovvero del minore in affido familiare”, mentre il comma 5 dispone che: “I figli maggiorenni di cui all’articolo 2 possono presentare la domanda di cui al comma 1 in sostituzione dei genitori secondo le modalità di cui al presente articolo e richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante.

La circolare INPS n. 23/2022 chiarisce che l’ISEE di riferimento per l’assegno unico, in caso di genitori separati, è quello del nucleo familiare in cui è inserito il figlio beneficiario, non rilevando che il genitore richiedente faccia parte dello stesso nucleo (situazione che si verifica in caso di separazione e divorzio).

Assegno unico e universale per i figli a carico per i genitori separati/divorziati: importi – Torna all’indice ^


Le famiglie con Isee inferiore a 15.000 euro hanno diritto ai seguenti importi:

175 euro mensili per ogni figlio minore, importo che diminuisce con l’aumentare dell’Isee,
50 euro mensili a figlio per Isee pari o superiori a 40mila euro.

Leggi un approfondimento su questo tema

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Assegno unico e universale per i figli a carico per i genitori separati/divorziati: requisiti per ottenerlo – Torna all’indice ^


Per ricevere l’assegno unico ed universale bisogna avere la residenza da almeno due anni in Italia, anche non continuativi; cittadinanza italiana o un permesso di soggiorno almeno di 6 mesi; un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di almeno 6 mesi.

Inoltre, necessario anche pagare l’imposta sui redditi.

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Assegno unico e universale per i figli a carico per i genitori separati/divorziati: chi presenta la domanda? – Torna all’indice ^

La domanda dell’assegno unico ed universale può essere presentata:

– da uno dei genitori esercente la responsabilità genitoriale, a prescindere dalla convivenza con il figlio,
– dal figlio maggiorenne per se stesso, dall’affidatario ovvero da un tutor nell’interesse esclusivo del tutelato (disposta dal giudice tutelare nei casi di cui all’art. 345 e seguenti del Codice Civile).

Nella compilazione della domanda il genitore separato o divorziato deve indicare:

– il codice fiscale di ciascun figlio
– il codice fiscale dell’altro genitore
– i dati di pagamento

Ricordiamo che una volta presentata la domanda all’Inps non è necessario rifare domanda ogni anno per l’erogazione dell’assegno unico a meno che non ci siano variazioni ovvero:

  • La nascita di un ulteriore figlio per le coppie non separate o divorziate
  • Il compimento del 22esimo anno di età per quanto riguarda il figlio
  • Una variazione dell’Isee (variazione del reddito)
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Genitori separati o divorziati. I chiarimenti INPS – Torna all’indice ^

Come chiarito dall’INPS nella Circolare n° 23 del 9 febbraio 2022, l’assegno unico spetta anche nel caso in cui i genitori siano divorziati, separati o non conviventi.

L’ Assegno unico e universale può essere pagato al solo genitore richiedente o in misura uguale tra i genitori.

In altre parole, l’Assegno Unico spetta al genitore che fa per primo richiesta all’INPS ma è possibile anche dividere questa somma al 50% tra i genitori.


I casi di separazione e di divorzio complicano la situazione dato che “in caso di affidamento esclusivo l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario mentre nel caso di nomina di un tutore legale, l’assegno riconosciuto nell’interesse esclusivo del minore tutelato”.

Pertanto, gli accordi di separazione dovranno tener conto del contributo statale dal momento che l’assegno inciderà sul mantenimento nei casi in cui uno dei due genitori ceda l’assegno all’ex coniuge.

Assegno unico e universale per i figli a carico per i genitori separati/divorziati:   compatibile con il Reddito di Cittadinanza? – Torna all’indice ^


L’ assegno unico e universale per i figli a carico per i genitori separati/divorziati è cumulabile col reddito di cittadinanza (o pensione di cittadinanza).

Per determinare l’ammontare complessivo dell’assegno unico ed universale e del beneficio economico del Reddito di Cittadinanza, si deve tener conto della quota relativa ai componenti minorenni presenti nel nucleo familiare.

Assegno unico 2023: come non perderlo con l’ultimo pagamento del Reddito di Cittadinanza – Torna all’indice ^

La Manovra di Bilancio 2023 ha introdotto importanti cambiamenti per le famiglie beneficiarie di Assegno Unico 2023 e Reddito di Cittadinanza.

Ora, è possibile ottenere entrambi i sussidi, ma è essenziale fare attenzione alle tempistiche per non perdere il sostegno finanziario per i figli.

In particolare, l’Assegno Unico e Universale sarà riconosciuto fino a luglio 2023, per un massimo di sette mensilità, e comunque non oltre il 31 dicembre 2023.

Se il nucleo familiare ha diritto all’Assegno Unico anche dopo la scadenza delle sette mensilità residue del Reddito di Cittadinanza, sarà necessario presentare una nuova domanda all’INPS entro l’ultimo giorno del mese in cui scade il Reddito di Cittadinanza, ovvero il 31 luglio 2023.

In caso di sospensione del Reddito di Cittadinanza in attesa della comunicazione di presa in carico dei soggetti non attivabili al lavoro, il termine per richiedere l’Assegno Unico sarà il 31 ottobre 2023.

Per ottenere l’Assegno Unico in questi casi, i nuclei familiari dovranno presentare autonomamente la domanda all’INPS, assicurandosi di farlo entro i termini indicati.

In seguito alla richiesta, l’Assegno verrà erogato per l’intero importo spettante.

Eventuali conguagli saranno effettuati d’ufficio solo se il Reddito di Cittadinanza riprenderà a seguito della comunicazione della presa in carico da parte dei servizi sociali.

Assegno unico in caso di affido condiviso figli – Torna all’indice ^

Secondo le attuali leggi del 2023, se i genitori sono separati e condividono l’affido dei figli in base a una decisione presa dal giudice competente, l’importo dell’assegno unico sarà calcolato per figlio e dovrà essere accreditato in misura pari al 50% sui conti bancari di entrambi i genitori.

Ciò significa che entrambi i genitori del figlio a cui spetta l’assegno unico percepiranno l’importo corrispondente in parti uguali, a meno che non abbiano concordato diversamente.

In alcuni casi, infatti, i genitori separati possono decidere di comune accordo che l’importo dell’assegno unico venga percepito solo da uno dei due genitori, di solito da colui con cui i figli risiedono dopo la separazione.

Qualora i genitori decidano questa modalità di pagamento, è fondamentale che tale scelta venga esplicitata nel modulo di domanda telematica, e che sia validata anche dall’altro genitore. È importante sottolineare che, in mancanza di tale accordo, l’assegno unico verrà erogato nella misura del 50% al genitore richiedente.

La scelta di erogare l’assegno unico esclusivamente a uno dei genitori deve essere comunicata correttamente e accettata da entrambi i genitori coinvolti.

Bonus genitori separati – di cosa si tratta – Torna all’indice ^

Il Bonus Genitori Separati rappresenta un Fondo destinato ai genitori separati o divorziati che si trovano in difficoltà economiche nel mantenere i propri figli, per permettere loro di continuare a versare l’assegno di mantenimento stabilito in tribunale durante la causa di separazione o divorzio.

Tale contributo è concesso esclusivamente nei casi in cui il genitore non sia più in grado di garantire il sostentamento dei propri figli e di rispettare gli accordi precedentemente stipulati in sede giudiziaria.

Viene corrisposto al genitore avente diritto all’assegno di mantenimento in base all’importo non versato fino ad un massimo di 800 euro al mese, per un periodo massimo di 12 mensilità; sottolineiamo che tale contributo verrà erogato solamente ai genitori che non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento o che lo hanno parzialmente ricevuto nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022.

Il Fondo ha una dotazione di 200 milioni di euro e i contributi verranno erogati fino ad esaurimento delle risorse.

Bonus genitori separati – requisiti per ottenerlo – Torna all’indice ^

La normativa prevede che per accedere all’agevolazione del bonus di 800€, è necessario che il richiedente abbia dichiarato un reddito inferiore o uguale a 8174 euro nell’anno in cui si richiede il sostegno.

Il richiedente deve essere il genitore convivente con il figlio minore o disabile, anche maggiorenne, avente diritto all’assegno di mantenimento, ma senza averlo percepito.

Viene richiesto di dimostrare di aver subito una riduzione o una sospensione dell’attività lavorativa per almeno 90 giorni a partire dall’8 marzo 2020, oppure di aver subito un calo del reddito di almeno il 30% tra il 2019 e il 2020.

La disposizione è rivolta sia alle madri che ai padri separati, che devono provvedere al mantenimento proprio e dei figli minori o maggiorenni, se portatori di handicap gravi; essendo entrata in vigore a partire dall’8 marzo 2020, ovvero dall’inizio del lockdown, i genitori separati o divorziati che si trovino nelle condizioni dichiarate nel paragrafo precedente posseggono i requisiti per presentare domanda al fine di ottenere il bonus di 800€ previsto dalla legge.

Il Bonus genitori separati spetta anche al padre oltre che alla madre. Possono, quindi, beneficiare del bonus padri separati i genitori non affidatari che si trovano in una delle seguenti circostanze:

  1. L’ex partner non ha effettuato il pagamento dell’assegno di mantenimento per i figli per almeno sei mesi consecutivi.
  2. L’ex partner ha subito una diminuzione del reddito superiore al 30% rispetto al 2019 a causa dell’emergenza sanitaria.
  3. L’ex partner è deceduto o non è rintracciabile.

Per richiedere il bonus genitori separati 2023, è necessario presentare domanda all’Inps online o tramite CAF.

Per effettuare la richiesta online, bisogna accedere al sito dell’INPS e selezionare la sezione “Contributi e prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative”. Successivamente, si deve cliccare sulla voce “Bonus genitori separati” e seguire le istruzioni fornite.

È possibile richiedere il bonus genitori separati 2023 anche attraverso un CAF. In questo caso, è necessario recarsi presso un CAF e consegnare la seguente documentazione:

  • Copia di un documento d’identità valido
  • Codice fiscale
  • Copia del provvedimento di separazione o divorzio
  • Certificato di residenza
  • Certificato di nascita dei figli minori
  • Certificato di handicap grave per i figli maggiorenni conviventi
  • Documentazione che attesta la riduzione o la sospensione dell’attività lavorativa

Il bonus viene erogato in un’unica soluzione entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.

Ricordiamo che il bonus non è soggetto a tassazione né a contribuzione previdenziale ed assistenziale. Inoltre, non rientra nel calcolo del reddito ai fini dell’ISEE.

Calcolare online importo assegno unico e universale – Torna all’indice ^

Sul sito dell’INPS è possibile calcolare l’importo che verrà corrisposto nel corso dell’anno 2023, a seguito delle modifiche agli importi apportate dalla Legge di Bilancio.

Per il 2023, sono state introdotte delle modifiche agli importi spettanti ai minori al di sotto dell’anno di vita e ai nuclei familiari numerosi.

Gli aumenti già effettuati durante il 2022 in favore dei figli disabili maggiorenni sono stati confermati e l’eventuale maggiorazione transitoria per i nuclei con figli disabili è stata incrementata.

Sul sito dell’INPS è presente un simulatore, accessibile a tutti, che permette di calcolare l’importo dell’Assegno Unico.

Il sistema propone una serie di domande dinamiche, che cambiano in base alle risposte fornite dall’utente, evitando così domande non pertinenti.

Se l’utente fornisce una risposta non compatibile con quelle precedenti, comparirà un messaggio di errore.

Alla fine del processo, comparirà una pagina di riepilogo con l’importo dell’Assegno Unico calcolato.

E’ importante sottolineare che la simulazione non comporta la presentazione dellistanza, in quanto per richiedere l’Assegno Unico, è necessario accedere alla procedura disponibile sul portale web dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali o tramite i Patronati e il Contact Center.

Aumento importo assegno unico grazie al Decreto Lavoro 2023 – Torna all’indice ^

Il Decreto Legge 48/2023 ha introdotto una serie di provvedimenti, tra i quali uno concerne l’assegno unico per i figli a carico.

E’ stata prevista una maggiorazione dellimporto per i nuclei familiari che si trovano in particolari condizioni.

Una maggiorazione di 30 euro, stabilita dal comma 8 dell’articolo 4 del DL n. 230/2021, attualmente è riconosciuta alle famiglie con minori in cui entrambi i genitori lavorano e sono titolari di reddito da lavoro.

L’aumento è concesso in misura piena per i nuclei familiari con un valore ISEE fino a 15.000 euro e si riduce gradualmente per i livelli ISEE superiori.

Tuttavia, non è riconosciuto in assenza di ISEE o per i valori superiori a 40.000 euro.

A seguito delle modifiche introdotte dal Decreto Lavoro, a partire dal 1° giugno 2023 tale maggiorazione sarà riconosciuta anche per i minori che appartengono a nuclei familiari in cui è presente un solo genitore lavoratore, nel caso in cui l’altro genitore risulti deceduto al momento della domanda.

Questo diritto spetta per un massimo di 5 anni consecutivi.

Assegno Unico, nel 2024 possibili novità con la legge di bilancio – Torna all’indice ^

Il prossimo pacchetto famiglia all’interno della Legge di Bilancio potrebbe portare importanti cambiamenti, con un finanziamento fino a 3 miliardi di euro destinato al rafforzamento dell’assegno unico, soprattutto per le famiglie numerose.
L’anno scorso, già si era verificato un aumento del 50% dell’importo dell’assegno unico per le famiglie con almeno 4 figli, e questa tendenza sembra destinata a continuare.

Le famiglie con 3 o più figli di età inferiore a 3 anni e un ISEE entro i 43.000 euro potrebbero vedere un aumento del 50% dell’importo dell’assegno unico.

Per ogni figlio successivo al secondo, sono previsti aumenti mensili che variano da 15 a 85 euro, a seconda del reddito familiare. Il governo sta valutando ulteriori incrementi per il secondo figlio e quelli successivi.

Tuttavia, è importante notare che l’importo minimo dell’assegno unico sarà erogato solo per ISEE superiori a 43.240 euro.

Per i figli con ISEE fino a 16.215 euro, l’importo aumenterà a 189 euro, mentre per quelli con ISEE fino a 21.620 euro, l’importo sarà di circa 162 euro. Infine, per i figli con un ISEE di 43.240 euro o superiore, l’importo aumenterà a 54 euro.

Rivalutazione assegno Nucleo Familiare – Torna all’indice ^

Per i nuclei familiari con maggiorenni inabili diversi dai figli, gli aumenti dellassegno unico sono applicati a partire da un reddito minimo di 31.569 euro.

Tali aumenti sono direttamente proporzionali all’aumento dei componenti del nucleo familiare e inversamente proporzionali all’aumento del reddito.

Nel caso dei nuclei familiari che includono entrambi i coniugi e un parente inabile, le fasce di reddito sono ridotte, con un limite minimo di circa 28.000 euro. Gli aumenti si applicano solo per redditi compresi tra 59.000 e 66.000 euro qualora la famiglia sia numerosa, con almeno 6 componenti.

Le famiglie senza figli e parenti inabili sperimentano aumenti più modesti. Gli aumenti si verificano a partire da un reddito di 15.000 euro e superano i 100 euro solo per nuclei familiari numerosi, con più di 5 componenti e redditi bassi.

Nel caso in cui uno dei coniugi sia inabile, gli aumenti sono applicati a partire da una fascia di reddito leggermente superiore a 28.000 euro.

La Circolare N. 24, pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, fornisce importanti informazioni riguardo alla rivalutazione dei livelli di reddito per il periodo dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024.

In allegato alla circolare sono presenti tabelle esaustive che illustrano i nuovi livelli reddituali e gli importi mensili corrispondenti per diverse tipologie di nuclei familiari.

Questi stessi livelli di reddito, inoltre, saranno utilizzati per determinare gli importi giornalieri, settimanali, quattordicinali e quindicinali della prestazione.

La circolare rappresenta un fondamentale punto di riferimento per coloro che necessitano di informazioni aggiornate sulle prestazioni economiche in ambito familiare, offrendo una panoramica completa e dettagliata delle nuove disposizioni.

Domande frequenti – Torna all’indice ^

Come richiedere l'assegno unico familiare nel 2023?

Nel 2023, l’assegno unico familiare è stato oggetto di alcune importanti modifiche. Una delle principali novità è la semplificazione delle procedure di richiesta e attribuzione del beneficio. Il Governo ha introdotto un nuovo modello di domanda online, rendendo più agevole l’accesso al sostegno da parte delle famiglie che ne hanno diritto.

Inoltre, è stata apportata una revisione delle fasce di reddito, ampliando il numero di famiglie che possono accedere all’assegno unico familiare. Questo ha l’obiettivo di includere anche nuclei familiari con redditi medio-bassi che in passato potrebbero essere stati esclusi dal beneficio.

Per richiedere l’assegno unico familiare nel 2023, è necessario seguire alcune semplici procedure:

  1. Verifica dei requisiti: Prima di procedere con la richiesta, è bene assicurarsi di soddisfare i requisiti per accedere all’assegno unico familiare. Questi requisiti riguardano il reddito complessivo del nucleo familiare, la residenza in Italia e la presenza di figli minori a carico.
  2. Compilazione della domanda online: Accedere al sito ufficiale dell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e trovare la sezione dedicata all’assegno unico familiare. Qui è possibile  compilare il nuovo modello di domanda online, inserendo le informazioni richieste in modo accurato e completo.
  3. Allegare la documentazione necessaria: Durante la compilazione della domanda, potrebbe essere richiesto di allegare la documentazione comprovante il reddito del nucleo familiare e la presenza dei figli a carico. Attenzione a fornire documenti veritieri e autentici, poiché l’INPS effettua controlli per garantire la corretta erogazione del beneficio.
  4. Inviare la domanda: Una volta completata la domanda e allegata la documentazione necessaria, inviare il tutto tramite la procedura online. L’INPS valuterà la richiesta e fornirà una risposta entro i tempi previsti.
Come rinnovare l’assegno unico familiare?

Se si è già beneficiato di tale prestazione e si vuole continuare a ricevere l’assegno per l’anno successivo, spieghiamo chi deve rinnovare l’assegno unico e quali sono i requisiti per farlo.

1. Rinnovo automatico per le domande già accettate e valide

Se la domanda di assegno unico è stata accettata e risulta ancora valida, non sarà necessario presentare una nuova richiesta. L’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) si occuperà del rinnovo in automatico. Questa agevolazione è valida per coloro il cui nucleo familiare non ha subito variazioni rilevanti rispetto all’anno precedente.

Le principali condizioni che devono rimanere invariate riguardano il numero di figli a carico, l’età del figlio (che deve essere inferiore a 22 anni) e l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) rientrante nella stessa fascia rispetto all’anno precedente.

2. Aggiornamento dell’ISEE per le famiglie interessate

Affinché l’INPS possa procedere con il rinnovo automatico dell’assegno unico familiare, è fondamentale che le famiglie interessate provvedano ad aggiornare il proprio ISEE entro il termine stabilito, ovvero entro il 28 febbraio del 2023.

L’ISEE rappresenta un indicatore economico importante per stabilire l’ammontare dell’assegno e le condizioni di accesso al beneficio. Pertanto, è indispensabile mantenere il proprio ISEE aggiornato per ricevere l’assegno anche per l’anno successivo.

3. Nuova domanda per coloro che non hanno mai beneficiato dell’assegno unico

Se, invece, non si è beneficiato dell’assegno unico familiare e si desidera richiederlo per il periodo dal 1° marzo 2023 al 29 febbraio 2024, occorrerà  procedere con l’invio di una nuova domanda. Questa procedura è necessaria anche per coloro che hanno già presentato una domanda in precedenza, ma la stessa è stata respinta, decaduta, rinunciata o revocata entro il 28 febbraio 2023.

Quando arriva l’assegno unico familiare nel 2023?

Per garantire una maggiore certezza e precisione nei pagamenti, l’Inps ha stabilito un nuovo calendario di erogazione in collaborazione con Banca d’Italia. Questo cambiamento è stato introdotto con l’obiettivo di agevolare i beneficiari e fornire loro un supporto economico costante.

Secondo la nota stampa dell’Inps, i pagamenti dell’Assegno Unico Familiare saranno effettuati in date prefissate per i mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre e dicembre 2023. Tale decisione riguarderà i beneficiari che hanno ricevuto l’assegno nei mesi precedenti, o che non hanno subito variazioni nelle rate dell’Assegno stesso.

È importante ricordare che il calendario dei pagamenti era già stato modificato inizialmente a partire dal 1° gennaio 2023, concomitante all’aumento degli importi dell’Assegno Unico. In quell’occasione, era stato stabilito un periodo diversificato di erogazione:

  1. Dal 10 al 20 di ogni mese: pagamento degli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente;
  2. Dal 20 al 30 di ogni mese: pagamento per le nuove domande pervenute nel mese precedente e per gli assegni che, rispetto al mese precedente, subiscono variazioni a seguito di mutamenti delle condizioni del nucleo beneficiario e dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee).

Questa suddivisione nel calendario di erogazione mira a semplificare la gestione dei pagamenti e a garantire alle famiglie beneficiarie un sostegno economico tempestivo, adeguato alle loro necessità.

A quale genitore separato spetta l'assegno unico?
L’assegno unico spetta al genitore con cui il figlio vive di più o al genitore che ha la custodia legale del minore. In caso di affidamento condiviso, l’assegno può essere diviso tra i due.

Inoltre, entrambi i genitori possono ricevere l’assegno se forniscono la prova di avere sostenuto le spese per il bambino.

Che Isee serve per l'assegno unico?
Per ottenere l’assegno unico per i genitori separati, è necessario presentare una dichiarazione Isee corrente al proprio Comune di residenza.

Tale documento serve a dimostrare la propria situazione reddituale e patrimoniale, in modo da consentire al Comune di valutare la richiesta del sussidio.

A quale genitore conviene richiedere l’assegno unico?

La normativa vigente stabilisce chiaramente che l’Assegno Unico Universale, nel contesto della responsabilità genitoriale, viene erogato dall’INPS a coloro che ne fanno richiesta.

Questo diritto spetta sia ai genitori che convivono con il figlio, sia a quelli che non convivono.

Nel caso specifico dei genitori separati o divorziati, è importante considerare come sia regolamentata l’affidamento del figlio. Le disposizioni sono le seguenti:

  • Nel caso di affidamento condiviso, l’Assegno Unico Universale sarà diviso equamente (50% per entrambi i genitori). Pertanto, entrambi i genitori possono richiederlo in modo paritario, a meno che non ci sia un accordo diverso tra le parti.

  • Nel caso di affidamento esclusivo a uno dei genitori, l’intero importo dell’Assegno sarà corrisposto al genitore affidatario. Solo il genitore che detiene l’affidamento può presentare la richiesta all’INPS e ricevere il 100% dell’importo.

    Tuttavia, è importante sottolineare che l’altro genitore ha comunque la possibilità di modificare questa scelta, accedendo alla domanda tramite le proprie credenziali.

Chi è disoccupato può percepire l’assegno unico?

L’assegno rappresenta un sostegno economico rivolto a tutti i nuclei familiari, indipendentemente dalla situazione occupazionale dei genitori.

Tale beneficio è destinato a famiglie sia con genitori non occupati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati.

È importante sottolineare che l’accesso a questa forma di sostegno non è vincolato a specifici limiti di reddito.

Chi prende l’assegno unico ha diritto al mantenimento?

Nel caso in cui non si sia verificata una specifica decisione da parte del giudice nel contesto di una separazione o divorzio, l’importo dell’Assegno unico deve essere aggiunto all’importo dell’assegno di mantenimento stabilito dalla sentenza conclusiva del procedimento legale.

Di conseguenza, il genitore che è tenuto al pagamento dell’assegno di mantenimento non potrà detrarre tale importo dall’emolumento destinato ai figli.

Tuttavia, è importante sottolineare che i coniugi hanno la possibilità di concordare un accordo diverso in sede di separazione consensuale, mediante il quale stabilire un assegno di mantenimento che tenga conto dell’importo ricevuto dall’altro coniuge a titolo di Assegno unico.

In pratica, i coniugi hanno il permesso di raggiungere un accordo sull’importo del mantenimento e ridurlo in modo proporzionale.

Anche il giudice potrebbe prendere la stessa decisione, ma è necessario che lo specifichi in modo esplicito: in mancanza di una previsione chiara, l’Assegno unico deve essere considerato come un importo aggiuntivo al mantenimento e non può comportarne una riduzione.

Quando si perde l’assegno unico?

L’assegno unico può essere perso nel caso in cui non siano più soddisfatti i requisiti necessari per ottenerlo. Sono considerati motivi di decadenza il mancato rispetto del requisito anagrafico per i figli o l’inosservanza della condizione di dipendenza economica.

Per poter beneficiare dell’assegno unico per figlio a carico, è necessario che il figlio faccia parte del nucleo familiare ai fini ISEE. Inoltre, l’assegno può essere perso se non sono più rispettate le condizioni richieste per i figli maggiorenni.

La decadenza può anche verificarsi nel caso in cui non siano più soddisfatti i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno.

Come richiedere bonus genitori separati?
Per ottenere l’assegno per i genitori separati, occorre presentare la domanda all’INPS. È possibile farlo online, telefonicamente o recandosi presso gli sportelli.

Per completare la domanda, saranno necessari documenti come il certificato di matrimonio, eventuale sentenza di divorzio, prova dell’esistenza del figlio, una prova dell’effettiva separazione e un modello ISEE.

L’importo varia a seconda del numero dei figli a carico e si può ricevere fino a un massimo di € 310,50 mensili per ogni figlio.

Assistenza legale alle Imprese

Informazioni sull'Autore

Avv. Antonio Polenzani

Lo Studio legale si occupa di tutti gli aspetti giuridici della famiglia con particolare riferimento alle procedure di risoluzione della crisi coniugale (separazione e divorzio), superando il tradizionale ruolo di assistenza per assumere una funzione di mediazione e tutela dei fondamentali interessi della prole.

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