– Il dipendente che intende richiedere le ferie deve farlo preferibilmente in maniera scritta e con un congruo preavviso
Richiesta ferie negata per esigenze di servizio: cosa fare in questi casi?
Esiste un periodo di preavviso per le ferie? – Torna all’indice ^
Spetta al datore di lavoro valutare se la comunicazione è stata effettuata nei tempi adeguati, in modo tale da non compromettere la produttività aziendale e permettere la fruizione delle ferie richieste.
Tuttavia, la richiesta di ferie deve essere presentata per iscritto, seppure non sia indicato un termine preciso entro cui effettuarla.
Questo perché il diritto alla fruizione del riposo annuale spetta al lavoratore, ma spetta al datore di lavoro decidere quando concederlo, tenendo conto delle esigenze produttive aziendali.
In ogni caso, solitamente sono i contratti collettivi o il contratto individuale di lavoro a prevedere i tempi e le modalità per presentare la richiesta di ferie, compreso l’eventuale preavviso se previsto.
È importante verificare tali disposizioni contrattuali per garantire il rispetto delle regole in vigore.
Secondo la giurisprudenza della Cassazione (Ord. n. 6411/18 del 15.03.2018) -, qualora il preavviso per richiedere le ferie non sia stato rispettato, il datore di lavoro può rifiutare la richiesta senza dover fornire particolari spiegazioni.
L’azienda potrà in ogni caso concedere le ore di ferie richieste purché queste non interferiscano con le proprie necessità operative.
Non è necessario motivare il rifiuto della richiesta in base a esigenze organizzative specifiche, ma la concessione delle ferie dovrà essere compatibile con le necessità dell’azienda.
Ferie negate o interrotte: cosa può fare il dipendente? – Torna all’indice ^
Proprio per tali ragioni, il datore di lavoro che non intende accogliere la richiesta di ferie avanzata dal dipendente è per legge obbligato a fornire tutte le motivazioni alla base della sua decisione ed, inoltre, ad offrire un periodo di ferie alternativo.
Qualora ciò non avvenisse, il lavoratore può rivolgersi alla Direzione territoriale del lavoro.
Cosa succede alle ferie non godute? – Torna all’indice ^
A seconda delle disposizioni contrattuali o aziendali, i lavoratori possono ottenere anche una retribuzione aggiuntiva per la mancata fruizione delle ferie.
Inoltre, se il lavoratore ha avuto l’obbligo di non fruire delle ferie nell’anno in corso, gli sarà consentito rimandare la fruizione delle ferie programmate anche oltre il primo gennaio dell’anno successivo.
Quando non si possono rifiutare le ferie? – Torna all’indice ^
In questi casi, il datore di lavoro deve fornire una motivazione valida, come ad esempio un aumento temporaneo del carico di lavoro o una richiesta particolare da parte del cliente.
Il diritto alla negazione delle ferie deve essere rispettato dal datore di lavoro in conformità alle leggi e ai regolamenti vigenti nel Paese in cui opera. Inoltre, deve notificare al dipendente con sufficiente anticipo la motivazione per cui le sue ferie devono essere negate.
Il dipendente ha il diritto di contestare le ragioni addotte e chiedere che le sue ferie siano concesse in un altro momento.
Obblighi del datore di lavoro – Torna all’indice ^
Il datore di lavoro non ha il diritto di decidere unilateralmente quando i dipendenti possano richiedere e ottenere le ferie. A tale proposito è buona regola creare un apposito piano ferie, stabilito tenendo conto sia delle esigenze produttive dell’azienda che delle esigenze dei lavoratori.
Questo elementare principio, basato sulla buona fede, viene rimarcato anche nell’articolo 1375 del Codice Civile, laddove si afferma che l’imprenditore deve prendere decisioni che siano nell’interesse dell’azienda, ma allo stesso tempo non penalizzino i lavoratori.
Rispettare questi semplici obblighi consente di gestire le ferie in azienda in modo ottimale, dando ai lavoratori il tempo di organizzarsi e instaurando un clima trasparente e collaborativo, evitando il rischio che un dipendente accumuli ferie non godute.
Una equilibrata gestione delle ferie contribuisce a creare un ambiente di lavoro positivo e migliorare la produttività, ragione per la quale le aziende dovrebbero prestare grande attenzione alla gestione delle ferie, adottando politiche chiare e trasparenti.
Le sanzioni irrogabili al datore di lavoro – Torna all’indice ^
Nel caso in cui il lavoratore si veda rifiutare del tutto le ferie, così come richieste e maturate, lo stesso potrà rivolgersi alla Direzione territoriale del lavoro, la quale, accertata la violazione da parte del datore e del suo comportamento, andrà ad irrogare nei suoi confronti una sanzione di importo variabile, da euro 130,00 ad euro 780,00.
Posta l’applicazione della sanzione, al lavoratore sarà consentito di godere a pieno delle ferie maturate.
Come può avvenire la richiesta ferie – Torna al menù ^
È fondamentale chiedere una conferma scritta al proprio datore di lavoro o superiore per ottenere l’approvazione o il rigetto della domanda.
Una ulteriore possibilità è quella di adottare un sistema di controllo delle assenze e delle vacanze, accessibile attraverso il software HR aziendale. Tale meccanismo permette ai collaboratori di presentare le richieste di ferie in modo agevole e rapido, con la facoltà di visionare anche i giorni a disposizione.
Per presentare la domanda di ferie, è possibile farlo sia verbalmente che per via elettronica, fornendo tutte le informazioni necessarie. É importante essere chiari e dettagliati nella richiesta, in modo che il responsabile possa valutarla con la massima precisione.
È fondamentale rispettare le politiche dell’azienda in materia di ferie, al fine di assicurare un regolare svolgimento delle operazioni lavorative. Non seguire tali linee guida può portare conseguenze negative tanto per il dipendente quanto per l’impresa. Si raccomanda pertanto di prendere visione accurata delle disposizioni aziendali.
Come scrivere una lettera per chiedere le ferie? – Torna all’indice ^
Gentile [Nome del datore di lavoro],
mi rivolgo a Lei per chiedere il permesso di usufruire delle ferie dal [data di inizio] al [data di fine].
Questo periodo è stato scelto in base a esigenze personali e lavorative che mi consentiranno di godere il meritato riposo
e tornare al lavoro con maggiore energia.
Sono consapevole del fatto che la mia assenza potrebbe causare alcune difficoltà organizzative,
ma ho già provveduto ad anticipare il lavoro e a delegare le mie mansioni ad un collega competente ed esperto.
Mi impegno a garantire il massimo della produttività fino alla data di partenza
e a ritornare al lavoro con la massima motivazione per affrontare le sfide future.
La ringrazio per la comprensione e La prego di considerare con attenzione la mia richiesta.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni o chiarimenti.
Illegittima la negazione delle ferie ai docenti nei mesi di luglio e agosto – Torna all’indice ^
Per i docenti di ruolo neoassunti e quelli di ruolo nel primo triennio, invece, l’art. 13, comma 3 del CCNL scuola prevede il diritto a 30 giorni lavorativi di ferie, comprensivi delle due giornate previste dal comma 2.
Inoltre, l’art. 14 del contratto prevede che tutti i docenti di ruolo abbiano diritto a quattro giornate di riposo ai sensi e alle condizioni previste dalla legge 23 dicembre 1977, n. 937.
In base a quanto sopra esposto, il docente di ruolo con più di un triennio di servizio ha diritto a 36 giorni di ferie da usufruire nei soli mesi di luglio e agosto, ai sensi del comma 9 dell’art. 13 del CCNL scuola.
Al contrario, il docente di ruolo con meno di un triennio di servizio ha diritto a 34 giorni di ferie, sempre da fruire nei mesi di luglio e agosto.
In alcune scuole, i supplenti brevi o annuali con contratto fino alla fine dell’anno scolastico (30 giugno) non possono usufruire delle ferie maturate nei mesi di luglio e agosto, ma vengono messi in ferie d’ufficio retroattivamente anche durante le vacanze di Natale e Pasqua.
Questo è un trattamento specifico riservato solo al personale a tempo determinato e viene applicato in base al comma 55 dell’art.1 della legge n. 228/2012.
Il comma prevede che il personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario supplente breve e saltuario o docente con contratto fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche può fruire della differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito il godimento delle ferie.
Le scuole applicano questa norma senza interpretazioni divergenti.
Ferie non godute dal medico, l’azienda deve pagare se non le assicura – Torna all’indice ^
In caso di controversie legali, l’azienda ha l’onere della prova e non è richiesto all’operatore di dimostrare di aver richiesto le ferie e di aver ricevuto un diniego.
La giurisprudenza conferma il diritto dell’operatore sanitario alle ferie e al risarcimento se non gli viene data la possibilità di usufruirne.
Il diritto alle ferie e all’indennità in assenza di fruizione è un principio sancito dalla Corte di Giustizia dell’Ue
Il dirigente sanitario pubblico ha diritto a ricevere l’indennità delle ferie non godute in conformità con le recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Stando alla normativa comunitaria, nello specifico facendo riferimento all’articolo 7, paragrafo 2, della direttiva n. 2003/88, l’indennità è condizionata solo alla cessazione del rapporto di lavoro e al mancato godimento delle ferie, senza ulteriori vincoli che possano essere considerati in contrasto con la normativa dell’Unione Europea.
Permessi non retribuiti: cosa sono – quando si possono richiedere – quanti giorni spettano – giustificare un permesso non retribuito – Torna all’indice ^
Cosa sono – Torna all’indice ^
I periodi di permessi non retribuiti rappresentano un’opportunità per i dipendenti di astenersi dal lavoro senza percepire il salario corrispondente. Tali permessi assumono un’importanza particolare quando l’assenza si prolunga nel tempo, come ad esempio nel caso di un’aspettativa per depressione
La normativa vigente, precisamente la legge 8 marzo 2000, n. 53, riconosce a ogni lavoratore, sia impiegato nel settore pubblico che in quello privato, la facoltà di prendersi una pausa dal lavoro per gravi motivi familiari, senza correre il rischio di perdere la propria occupazione.
I permessi non retribuiti offrono un’opportunità di conciliare le esigenze personali e familiari con l’impegno lavorativo.
Durante questo periodo di assenza, il dipendente si astiene dal presentarsi al proprio posto di lavoro, ma è consapevole che la sua retribuzione sarà sospesa.
Questo tipo di permesso è utile quando si presentano circostanze particolari che richiedono l’attenzione e la presenza del dipendente al di fuori dell’ambito lavorativo.
È importante sottolineare che i permessi non retribuiti possono essere richiesti solamente per ragioni ritenute gravi, come ad esempio situazioni familiari difficili, malattie o altre circostanze di rilevanza personale che richiedono una pausa dal lavoro.
Tuttavia, è necessario rispettare le disposizioni normative e seguire le procedure stabilite dal datore di lavoro per richiedere e ottenere tale permesso.
Nel contesto giuridico italiano, la legge 8 marzo 2000, n. 53 rappresenta la base normativa che regola i permessi non retribuiti per i lavoratori sia del settore pubblico che privato.
Questa legge offre un’importante tutela per i dipendenti che si trovano in situazioni eccezionali e che necessitano di un periodo di assenza dal lavoro per gestire le proprie responsabilità familiari.
Quando si possono richiedere – Torna all’indice ^
La legislazione italiana offre diverse possibilità per giustificare un’assenza dal lavoro, che vanno oltre i tradizionali congedi retribuiti. Vediamo alcuni scenari in cui si può richiedere un permesso non retribuito nel pieno rispetto della legge.
Situazioni familiari: nel caso si debba affrontare la perdita di un familiare, la legge prevede la possibilità di assentarsi dal lavoro.
Allo stesso modo, se un familiare ha bisogno di cure e supporto durante un periodo difficile, si può richiedere un permesso non retribuito per dedicarsi a questa responsabilità familiare.
Disagi personali: In caso di separazione o divorzio, è comprensibile che si debba aver bisogno di tempo e spazio per affrontare questa situazione delicata.
La legge riconosce tale necessità e consente di richiedere un permesso non retribuito per gestire le proprie questioni personali.
Attività sindacali: Se si è dirigenti sindacali, la legge consente di prendersi del tempo per svolgere il proprio ruolo sindacale in modo adeguato. Questo permesso non retribuito consente di partecipare a riunioni, negoziati e altre attività correlate.
Motivi di formazione/studio: volendo ampliare le proprie competenze professionali o perseguire studi accademici, si può richiedere un permesso non retribuito per dedicare del tempo alla crescita personale.
Elezioni politiche o referendum: La partecipazione attiva alla vita politica è un diritto e un dovere civico.
Un lavoratore può candidarsi per un incarico pubblico o votare in un referendum, avendo la possibilità di richiedere un permesso non retribuito per adempiere a questi importanti impegni civili.
Per ulteriori informazioni sugli altri motivi per cui richiedere un permesso non retribuito, invitiamo a consultare la Guida ai permessi retribuiti e non retribuiti, disponibile al seguente link: Guida ai permessi retribuiti e non retribuiti – CGIL funzione pubblica
Quanti giorni spettano – Torna all’indice ^
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, esiste la possibilità di richiedere uno o due giorni di permesso non retribuito in più per motivi familiari.
Questa opzione offre la flessibilità di dedicare del tempo alle esigenze familiari, che possono emergere improvvisamente o richiedere un’attenzione particolare.
Tuttavia, è importante tenere presente che in questi casi il lavoratore non riceverà alcuna retribuzione per i giorni di permesso aggiuntivi richiesti.
Per coloro che necessitano di un periodo di aspettativa più lungo per motivi familiari, c’è la possibilità di optare per un periodo prolungato di permesso non retribuito.
Questa forma di permesso può durare fino a due anni, consentendo al lavoratore di affrontare questioni familiari importanti senza la pressione di dover mantenere un’attività lavorativa costante.
Tuttavia, vale la pena notare che, durante questo periodo, il lavoratore non percepirà alcuno stipendio.
Per quanto riguarda i dirigenti delle rappresentanze sindacali, la situazione è leggermente diversa. Essi godono di diritti aggiuntivi in termini di permessi non retribuiti.
In particolare, hanno diritto a un monte ore dedicato ai permessi non retribuiti, il quale non può essere inferiore a otto giorni all’anno.
Questa disposizione consente ai dirigenti delle rappresentanze sindacali di dedicarsi alle proprie attività sindacali, partecipare a riunioni o svolgere altre funzioni legate al loro ruolo, senza la necessità di dover sacrificare il proprio stipendio.
Come giustificare un permesso non retribuito – Torna all’indice ^
Un lavoratore che desidera beneficiare del diritto al permesso non retribuito, deve comunicare la sua assenza per iscritto al datore di lavoro, rispettando un adeguato preavviso.
Di solito, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) specifica le modalità e i tempi richiesti per dare notifica del tuo intento.
Nel caso in cui dovessero verificarsi seri problemi familiari, sarà necessario richiedere la documentazione che attesti tali difficoltà, accompagnata da una dichiarazione personale.
La comunicazione scritta al datore di lavoro deve essere formulata in modo chiaro e professionale, fornendo tutte le informazioni necessarie in modo che la richiesta possa essere valutata correttamente.
Occorre ricordare che la richiesta di permesso non retribuito deve essere presentata in tempo utile, in conformità con le disposizioni stabilite dal CCNL applicabile alla propria situazione lavorativa.
Per garantire che la richiesta venga trattata senza intoppi, è opportuno consultare il contratto di lavoro o le linee guida fornite dal sindacato o dall’ufficio risorse umane dell’azienda, in modo da essere sicuri di rispettare tutte le procedure stabilite.
Domande frequenti – Torna all’indice ^
Come annunciare le ferie?
Quando si tratta di richiedere le ferie al proprio datore di lavoro, è importante considerare alcune linee guida, anche se non esistono regole scritte fisse e inequivocabili in merito.
Nelle realtà aziendali più piccole, con pochi dipendenti, potrebbe essere sufficiente un accordo verbale, mentre in quelle più grandi, invece, è molto spesso necessario presentare una richiesta formale per iscritto.
Indipendentemente dal metodo di comunicazione, sia verbale che scritto, è fondamentale conoscere la giusta procedura per richiedere le ferie. Ciò implica prendere in considerazione i seguenti aspetti:
- Pianificare con ampio anticipo: assicurarsi di presentare la richiesta con un congruo preavviso, consentendo così al datore di lavoro di organizzarsi adeguatamente e con anticipo.
- Evitare periodi conflittuali: cercare di non richiedere le ferie in periodi che potrebbero andare in contrasto con le esigenze dell’azienda. Questo aiuterà a evitare possibili problemi e conflitti.
Rispettare queste due condizioni è di vitale importanza. Se un lavoratore non le rispetta, potrebbe incorrere nel rischio di un rifiuto da parte del datore di lavoro.
Chi decide le ferie estive?
Secondo la Legge numero 66/2003, ogni dipendente ha diritto a fruire di un periodo minimo di quattro settimane di ferie all’anno. Tuttavia, è importante sottolineare che i contratti collettivi possono prevedere un monte ferie superiore a quello stabilito dalla legge.
In tal caso, i giorni di ferie aggiuntivi oltre le quattro settimane devono essere usufruiti entro il termine stabilito dai contratti collettivi stessi.
È dunque compito del datore di lavoro valutare attentamente le esigenze aziendali e i diritti del dipendente per determinare la durata e il periodo di fruizione delle ferie.
Questa valutazione dovrebbe tener conto delle disposizioni di legge vigenti, nonché delle eventuali regolamentazioni specifiche contenute nei contratti collettivi applicabili.
Quando il datore di lavoro può rifiutarsi di concedere le ferie?
Dopo la presentazione del piano ferie, il datore di lavoro ha il diritto di respingere parzialmente o completamente le richieste dei dipendenti in base a specifiche necessità aziendali o se ritiene che le richieste siano state presentate in ritardo.
Tuttavia, nel caso in cui il dipendente non sia d’accordo con le ragioni addotte per il rifiuto, è possibile fare ricorso alla Direzione Territoriale del Lavoro per verificare se il datore di lavoro abbia commesso violazioni.
Nel caso in cui si riscontri una violazione, la Direzione Territoriale del Lavoro può intervenire, interrogando il datore di lavoro e, se del caso, imponendo una sanzione che può variare da 130 euro a 780 euro. Una volta che la violazione è stata accertata, il dipendente può procedere a usufruire del periodo di ferie stabilito nel piano aziendale.
Tuttavia, è importante notare che se il datore di lavoro ha proposto un piano alternativo al momento del rifiuto delle ferie, il dipendente non può presentare ricorso alla Direzione Territoriale del Lavoro e non sono previste sanzioni in tal caso.
Quanti giorni di ferie in un mese?
In ambito lavorativo, ogni contratto di lavoro prevede specifiche disposizioni in merito ai giorni di ferie previsti per i dipendenti. È importante sottolineare che tali disposizioni sono stabilite dalla legge e differiscono a seconda della tipologia di contratto.
Ad esempio, nel caso di un contratto full time, ogni dipendente ha diritto a godere di 4 settimane di ferie all’anno. Di queste, 2 settimane devono essere usufruite in maniera continuata.
Considerando che una settimana corrisponde a 7 giorni, il totale delle ferie annuali ammonta a 28 giorni.
Tuttavia, è fondamentale notare che i giorni di ferie maturati mensilmente dipendono dal rispetto di alcune condizioni.
Affinché un lavoratore possa raggiungere i 28 giorni di ferie annuali, è necessario che non abbia usufruito di permessi o periodi di aspettativa non retribuiti. L’assenza di tali periodi permette il regolare accumulo dei giorni di ferie.
Per garantire la corretta pianificazione delle ferie e il rispetto dei diritti dei lavoratori, è consigliabile consultare il proprio contratto di lavoro e verificare le specifiche disposizioni in merito ai giorni di ferie maturati e alle modalità di godimento degli stessi.
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Avvocato giuslavorista, si occupa di diritto del lavoro e previdenziale in ambito pubblico e privato. Grazie ad una rigorosa analisi delle dinamiche che caratterizzano il mondo del lavoro riesce a garantire una consulenza altamente professionale, fornendo soluzioni pragmatiche e soddisfacenti.
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