– Una disamina sulle infezioni ospedaliere dette nosocomiali e sulle problematiche connesse
L’infezione nosocomiale o ospedaliera
Indice argomenti
COS’È:
Alcune tipiche malattie da contagio ospedaliero:
√ Infezioni urinarie; Batterio tipico acquisito in ospedale Klebsiella multi resistente;
√ Infezioni del sito chirurgico ossia nella parte dove viene eseguita l’operazione; l’infezione è solitamente acquisita durante l’intervento stesso;
√ Polmonite nosocomiale;
√ Batteriemia nosocomiale; grado di mortalità elevato (più del 50% per alcuni microrganismi); malattie tipiche di questo gruppo: Staphylococcus coagulasi negativi multiresistenti e Candida spp.
√ Cute e tessuti molli: discontinuità dolorose (ulcere, ustioni e piaghe da decubito) favoriscono la colonizzazione batterica e possono costituire il punto di formazione di infezioni sistemiche;
√ La gastroenterite è la più frequente causa di infezione nosocomiale nei bambini, ove il rotavirus rappresenta il patogeno principale; il Clostridium difficile è la maggior causa di gastroenterite negli adulti nei paesi industrializzati;
√ Sinusiti ed altre infezioni enteriche, dell’occhio e della congiuntiva;
√ Endometriti ed altre infezioni degli organi riproduttivi successive alla nascita;
√ Virus: molti virus possono essere trasmessi in ospedale: i virus dell’epatite B e C
(trasfusione, dialisi, iniezione, endoscopia), il virus respiratorio sinciziale (RSV) , il rotavirus, ed enterovirus (trasmessi per contatto mano bocca e per via oro-fecale).
Possono essere trasmessi anche altri virus quali: citomegalovirus, HIV, Ebola, virus influenzali e herpes simplex virus e varicellazoster.
Le infezioni ospedaliere: responsabilità errore medico e risarcimento danni:
Con sempre maggiore ed allarmante frequenza, numerosi pazienti contraggono le infezioni nosocomiali.
Si tratta, purtroppo, di patologie spesso gravi e resistenti ai trattamenti che, anche quando non portano al decesso, incidono negativamente ed in modo permanente sullo stato di salute del paziente, sullo stile di vita. Numerose sono le sentenze scaturite dalle richieste di risarcimento danni.
Si segnalano alcune sentenze particolarmente interessanti:
La sentenza in commento è particolarmente interessante in alcuni passaggi e reca la condanna al risarcimento dell’Azienda Ospedaliera convenuta colpevole di “deficit diagnostici, in termini di mancanza di urinocoltura con antibiogramma, previsto, invece, come necessario ai fini dell’inquadramento diagnostico del paziente affetto dal calcolosi renale, risultando, altresì, generica la scheda infermieristica del blocco operatorio, circa la sterilità degli strumenti, così come la somministrazione, di prassi, di copertura antibiotica, in relazione alla mancata indicazione delle prassi di sterilizzazione e disinfezione generale, mancando, inoltre, linee guida della Direzione Sanitaria e del Comitato infezioni ospedaliere circa l’infezione de qua, di particolare gravità”.
Anche in questo caso la struttura sanitaria è stata condannata al risarcimento; in particolare così ha statuito il Giudice adito:
“1) Accoglie la domanda degli attori e per l’effetto condanna l’Azienda Ospedaliera ____________________________ al pagamento della somma di € 340.968,00 in favore di ________________, di € 293.930,00 in favore di _________________; di € 293.930,00 in favore di ______________________ e di € 82.309,00 a __________________ in favore della figlia minore _____________________, oltre interessi legali dalla pubblicazione al saldo;
2) condanna l’Azienda Ospedaliera ___________________ al pagamento delle spese di lite in favore degli attori che liquida per le varie fasi processuali in € 20.000,00 per esborsi ed € 1.500,00 per spese oltre accessori come per legge, da distrarsi; 3) pone le spese di Ctu definitivamente a carico dell’ l’Azienda Ospedaliera ____________”;.
La sentenza ha ad oggetto la richiesta di risarcimento danni promossa da una paziente che ”a causa e durante il ricovero (contraeva ndr.) una infezione (peri-protesica) ospedaliera.
Tale infezione ha causato gravi problemi alla paziente, che ha subito successivi interventi in particolare per la rimozione della protesi e la revisione della stessa”.
La sentenza in commento è particolarmente interessante in alcuni passaggi ove statuisce: “il nosocomio avrebbe dovuto fornire la prova seria e rigorosa di aver fatto tutto il possibile per evitare l’insorgenza dell’infezione stessa.
In realtà l’_________ non ha affatto assolto all’onere che le incombeva, vale a dire di provare di avere posto in essere ogni cautela e precauzione, funzionale, strutturale e di metodo, al fine di realizzare e mantenere costante un’ ottimale sanificazione della struttura, dei locali, degli ambienti, dei mezzi e del personale addetto.
L’____________ è pertanto soccombente in punto di responsabilità. Invero il nosocomio convenuto ha prodotto esclusivamente i protocolli di sterilizzazione relativi alla sala operatoria ed allo strumentario adottati presso l’____________.
Si tratta di difesa assolutamente e platealmente carente ed insufficiente. In primo luogo non essendo stato accertato in quale momento ed ambito del perimetro temporale e spaziale nel quale l’attrice è entrata nella sfera di azione della struttura ospedaliera sia stata contratta l’infezione, è del tutto riduttivo aver prodotto, come ha fatto l’________________, solo i protocolli di sterilizzazione relativi alla sala operatoria, potendo essere stata diffusa l’infezione in altro momento (rispetto all’intervento chirurgico) e luogo dell’ospedale (la C. è rimasta nell’ospedale dal 20 marzo al 10 aprile del 2008).
In secondo luogo si tratta di protocolli astratti, nel senso di programmatici, mentre è mancata sia la prova sia la semplice allegazione di quali siano state in concreto le condotte poste in essere dall’Istituto per una efficace e consapevole opera di sanificazione (che implica, da parte del management ospedaliero a ciò deputato, ad esempio del Comitato per le I. O., del Risk Manager etc., l’adozione di tutta una serie di attenzioni e misure organizzative, effettive e non meramente burocratiche, come di seguito ben chiarito.)
Va ribadito, come più volte ricordato nei provvedimenti di questo giudice, che ben altro ci si deve e si può ragionevolmente attendere da un ospedale in materia di tutela contro il rischio di contrazione di infezioni (che peraltro non riguarda solo i pazienti ma anche il personale che vi lavora). In particolare il giudice ha più volte ricordato lo stato della scienza del settore al riguardo (che è precisamente ciò che si può e si deve esigere che sia attuato), predisponendo quello che può essere considerato una sorta di decalogo del buon Risk Manager”.
Domande frequenti
Che cosa sono le infezioni nosocomiali?
Ogni anno, in Italia, le infezioni nosocomiali colpiscono numerosi pazienti, causando danni alla loro salute e aggravando la situazione economica delle famiglie.
Per prevenire le infezioni nosocomiali è necessario garantire l’igiene ospedaliera adeguata e l’uso corretto dei dispositivi medici.
Che cosa si intende per infezioni correlate all'assistenza?
Si tratta di infezioni che si sviluppano durante un periodo di cura in un ambiente sanitario e che non erano presenti al momento dell’ammissione.
La prevenzione delle ICA è fondamentale per la salute e il benessere dei pazienti ricoverati ed è un obiettivo prioritario nella pratica clinica moderna. Per raggiungere questo obiettivo, è necessaria un’impegno costante da parte di tutte le persone coinvolte nell’assistenza al paziente, dal personale medico a quello non medico.
Che vuol dire nosocomiali?
Queste infezioni possono mettere a rischio la salute e la vita delle persone più deboli, come i bambini, gli anziani, le persone con malattie croniche o con un sistema immunitario indebolito.
La prevenzione delle infezioni nosocomiali è fondamentale per proteggere la salute della popolazione. Le misure di prevenzione più importanti sono: l’igiene delle mani, l’uso appropriato degli antibiotici e l’uso corretto della tecnologia medica.
Come si chiamano le infezioni contratte in ospedale?
Si tratta di condizioni potenzialmente pericolose per la vita, ma fortunatamente possono essere prevenute con l’igiene e le misure di sicurezza adeguate.
Come evitare infezioni nosocomiali?
La prima cosa da fare è lavarsi accuratamente le mani con acqua calda e sapone o disinfettante per le mani prima di toccare il paziente o qualsiasi strumento medico. Si consiglia inoltre di indossare guanti monouso se si prevede di entrare in contatto con l’ambiente clinico del paziente.
Inoltre, assicurarsi che tutte le attrezzature siano pulite e disinfettate in modo adeguato prima e dopo l’uso è un’altra buona pratica da seguire. Questo include anche il trattamento di tutti gli strumenti medici come aghi, siringhe, stetoscopi e altri dispositivi utilizzati su un paziente
Qual è il maggior veicolo delle infezioni ospedaliere?
I germi possono essere trasmessi attraverso l’uso di strumenti non sterilizzati, come aghi, siringhe e altri dispositivi medici.
La mancanza di pratiche igieniche adeguate come la pulizia delle mani può anche contribuire alla diffusione delle infezioni ospedaliere.
La conoscenza delle buone pratiche igieniche può aiutare a prevenire la diffusione delle infezioni ospedaliere e salvare molte vite.
Recapiti
Alcuni approfondimenti in ambito Risarcimento danno da malasanità
Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) per il risarcimento danni nell’ambito della responsabilità medica
Nell’ambito della procedura civile l’ accertamento tecnico preventivo responsabilità medica è una procedura strutturata ed efficace.
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Viene ravvisato un danno da mancato consenso informato quando il consenso viene acquisito con modalità improprie oltre ad omettere i rischi.
Diritto al risarcimento per errata diagnosi del nascituro
Una sentenza della Cassazione ha riconosciuto il diritto al risarcimento danni malasanità di una coppia per errata diagnosi del feto.