– La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22291/2024, ha ribadito i principi riguardanti l’onere probatorio nelle cause di separazione per infedeltà.

Addebito della separazione per infedeltà: l’onere probatorio nell’ordinanza n. 22291/2024 della Cassazione

Onere probatorio nell’addebito della separazione per infedeltà: l’ordinanza della Corte di Cassazione n. 22291/2024

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22291/2024, ha ribadito i principi riguardanti l’onere probatorio nelle cause di separazione per infedeltà. Nel caso esaminato, il marito, Tizio, contestava l’addebito della separazione a suo carico basato su una fotografia attestante il tradimento.

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili le sue censure, sottolineando che spetta alla parte che richiede l’addebito provare sia il comportamento contrario ai doveri coniugali sia il nesso causale con l’intollerabilità della convivenza. Chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti deve dimostrare l’anteriorità della crisi matrimoniale.

Il ricorrente non ha fornito elementi sufficienti a confutare la decisione, confermando così la validità dell’addebito.

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Con l’ordinanza n. 22291/2024, la Corte di Cassazione ha nuovamente esaminato la questione dei mezzi di prova necessari per stabilire la responsabilità della crisi coniugale e il relativo onere probatorio a carico delle parti.
Nel contesto di una causa di separazione personale tra i coniugi Tizio e Mevia, la Corte d’Appello di Trieste confermava parzialmente la sentenza di primo grado. In particolare, ribadiva l’addebito della separazione a carico del marito e, allo stesso tempo, riduceva l’assegno di mantenimento dovuto alla moglie da 700 a 500 euro mensili, con adeguamento ISTAT.

Tizio ricorreva in Cassazione sollevando due principali motivi di contestazione:

  1. Violazione degli articoli 143 e 151, secondo comma, c.c., e dell’art. 2697 c.c.: Tizio lamentava che la Corte d’Appello avesse basato la sua colpevolezza per infedeltà su una fotografia, ritenendola prova sufficiente per l’addebito della separazione.
  2. Omissione di un fatto decisivo: secondo il ricorrente, la Corte non aveva tenuto conto del progressivo logoramento del rapporto coniugale, che sarebbe stato anteriore all’infedeltà.
Articolo 143 c.c. (Doveri coniugali) Articolo 151 c.c. (Separazione e intollerabilità della convivenza)
Fedeltà: I coniugi devono rispettare l'obbligo di fedeltà reciproca. Intollerabilità della convivenza: La separazione può essere richiesta quando la convivenza diventa intollerabile, a causa di comportamenti che ledono gravemente i doveri coniugali.
Assistenza morale e materiale: Entrambi i coniugi sono tenuti a fornire assistenza morale e materiale, contribuendo al benessere familiare. Nesso causale: Deve esistere un nesso diretto tra la violazione dei doveri coniugali e l'intollerabilità della convivenza.
Collaborazione nell'interesse della famiglia: I coniugi devono collaborare per il bene comune della famiglia, incluse decisioni relative alla cura dei figli e alla gestione della casa. Richiesta di addebito: La parte che richiede l'addebito della separazione deve dimostrare che la violazione (es. infedeltà) ha causato la rottura della convivenza.
Coabitazione: I coniugi devono coabitare, salvo casi di deroga legittima, come nel caso di separazione legale o altre circostanze giustificate. Eccezione del coniuge: Chi si difende dall’addebito può dimostrare che la crisi matrimoniale era già in atto prima dell’infedeltà o della violazione dei doveri.

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La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili entrambe le censure, ribadendo alcuni principi chiave in materia di separazione. Nello specifico, è compito della parte che richiede l’addebito dimostrare sia la violazione degli obblighi coniugali da parte del coniuge, sia il nesso causale tra tale violazione e l’intollerabilità della convivenza. Scopri i presupposti dell’addebito della separazione.

Al contrario, chi eccepisce che la crisi coniugale fosse preesistente all’infedeltà deve fornire prove concrete che escludano il legame tra il tradimento e la rottura del rapporto.

Nel caso in esame, la Corte d’Appello ha basato la sua decisione su prove solide, tra cui una fotografia e il comportamento processuale del marito, ritenendo che il tradimento fosse la causa principale della fine del matrimonio.

Tizio, dal canto suo, non è stato in grado di presentare elementi sufficienti a smentire questa ricostruzione. Le sue affermazioni circa una crisi preesistente sono risultate generiche e prive di riscontri concreti, limitandosi a una rivisitazione del merito non ammissibile in Cassazione.

Vantaggi, ma anche svantaggi per il minore ovvero, ad esempio, la possibilità ridotta di trascorrere tempo con il genitore presso il quale non vivrà abitualmente.

Ai sensi dell’articolo 337-ter, primo comma, del codice civile ricordiamo, però, che “Il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.
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Informazioni sull'Autore

Avv. Antonio Polenzani

Lo Studio legale si occupa di tutti gli aspetti giuridici della famiglia con particolare riferimento alle procedure di risoluzione della crisi coniugale (separazione e divorzio), superando il tradizionale ruolo di assistenza per assumere una funzione di mediazione e tutela dei fondamentali interessi della prole.

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