– La correlazione tra errore medico e diagnosi sbagliata rappresenta uno degli argomenti più rilevanti nell’ambito della malasanità.

Diagnosi medica errata e risarcimento danni

Ultimo aggiornamento 03 dicembre 2023

Diagnosi medica errata: quando richiedere il risarcimento danni ? – Torna all’indice ^

La correlazione tra errore medico e diagnosi sbagliata rappresenta uno degli argomenti più rilevanti nell’ambito della malasanità; provare tale correlazione è fondamentale per valutare l’instaurazione di una procedura di risarcimento danni a favore del paziente.

Per poter capire quando è possibile avanzare una richiesta di risarcimento danni è importante soffermarsi sulla definizione di errore medico.

Ci si trova di fronte a un errore imputabile ad un medico quando da parte di quest’ultimo viene commesso un errore nella diagnosi, nel trattamento e nella gestione dei pazienti.

Diverse sono le casistiche possibili: da un diagnosi errata oppure tardiva, a un trattamento eseguito in modo non adeguato o inappropriato; è possibile riscontrare un errore nell’utilizzo di apparecchiature mediche o una negligenza nella somministrazione di farmaci all’interno del piano terapeutico.

Svariate, quindi, sono le tipologie di errore medico, a seconda del contesto, della fase del consulto o del luogo in cui il paziente si trova.

In linea generale in diritto si fa riferimento all’errore medico quando viene rilevato come elemento soggettivo in campo al medico la colpa, in particolare la colpa generica.

Quindi si può parlare di errore medico quando non vengono rispettate regole cautelari che avrebbero evitato l’evento lamentato dal paziente.

L’errore, quindi, si può verificare nei seguenti casi:

  • per negligenza (scarsa attenzione nell’attività affrontata)
  • Per imprudenza
  • Per imperizia (incapacità o mancanza di esperienza)
tabelle risarcimento errori medici

Sentenze per diagnosi medica errata – Torna all’indice ^

1) In caso di errore diagnostico quando si configura la responsabilità del medico che esegue quel determinato esame? Secondo la Corte di Cassazione, con la recente ordinanza  n.17410/2023, grava sul medico che esegue un esame diagnostico la responsabilità di leggere correttamente le immagini, senza che la carenza della necessaria specializzazione possa escludere la colpa per una erronea interpretazione dei suoi esiti.

Diversamente operando, l’imperizia della condotta si tradurrebbe in un “ingiustificato vuoto di tutela”.Questo il pensiero della Corte di Cassazione che, con l’ordinanza emessa, ha rigettato il ricorso contro la sentenza della Corte di Appello dell’Aquila che aveva confermato la condanna al risarcimento dei danni emessa dal Tribunale nei confronti di un ginecologo, perché ritenuto responsabile della morte di una paziente avvenuta in conseguenza di un errore diagnostico.

Più precisamente, la Corte di appello aveva evidenziato che “una corretta analisi ecografica avrebbe dovuto indurre il ginecologo a correlare i sospetti ai forti dolori addominali manifestati in anamnesi, indirizzando la paziente all’immediato ricovero ospedaliero per accertamenti”.

In linea di principio, quindi, al Cassazione ribadisce nuovamente (già sul punto sentenza n.37728/ 2022) quanto ormai assodato in giurisprudenza ovvero che “la distinta specializzazione medica non esclude la colpa di chi, eseguendo un esame e dunque assumendosi la responsabilità di quello, lo referta in modo erroneo e senza indirizzare ai necessari approfondimenti con la cautela e tempestività del caso concreto”.

2) Riconosciuta la responsabilità medica per errata diagnosi al quarantenne fumatore visitato dal medico di guardia dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta. A seguito di forti e persistenti dolori al torace, il sanitario diagnostica all’uomo uno stato d’ansia da stress in luogo di un inizio di dissecazione dell’aorta.

Segue un’incauta dimissione che determina la morte del paziente. Il medico viene condannato per omicidio colposo (Corte Suprema di Cassazione, Sez. III, Sentenza n. 19372/2021 del 07/07/2021).

Osserva quindi la Corte Suprema il medico avrebbe dovuto farsi carico dell’esame diagnostico, come misura di cautela, disponendolo anche presso una struttura apposita ove non effettuabile in loco.

Stabilisce, infatti, la Suprema Corte che “Di fronte ad una sintomatologia compatibile con più patologie, il sanitario non deve limitarsi a suggerire al paziente ulteriori accertamenti diagnostici, ma deve disporli egli stesso, a pena di responsabilità in caso di dimissioni e conseguente morte del paziente”.

3) In ambito di responsabilità sanitaria, a seguito di errata diagnosi del medico, la perdita per il paziente, affetto da malattia terminale, della possibilità di sopravvivenza, seppur per un periodo limitato, integra un bene risarcibile autonomamente e non una mera perdita di chance  di vivere più a lungo. (Cassazione civile sez. III, 27/06/2018, n.16919)

4) L’errore diagnostico nella condotta colposa del medico: In tema di colpa professionale medica, l’errore diagnostico si configura non solo quando, in presenza di uno o più sintomi di una malattia, non si riesca ad inquadrare il caso clinico in una patologia nota alla scienza o si addivenga ad un inquadramento erroneo, ma anche quando si ometta di eseguire o disporre controlli ed accertamenti doverosi ai fini di una corretta formulazione della diagnosi. (Corte di cassazione, sezione 4 penale, sentenza 21 febbraio 2022 n. 5855)

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Diagnosi errata al pronto soccorso – Torna all’indice ^

 

Nella maggior parte dei casi di malpractice al pronto soccorso, il problema più frequente risiede nella mancata individuazione in modo tempestivo di un problema di salute grave che avrebbe potuto salvare la vita del paziente, o almeno minimizzare la portata della sua condizione medica.

Quando si possono verificare errori di pronto soccorso e di errata diagnosi?

Il personale medico del pronto soccorso potrebbe interpretare in maniera errata i risultati dei test o fraintendere i sintomi, omettendo così di predisporre ed eseguire importanti cure d’emergenza. Per esempio, il paziente affetto da infarto del miocardio potrebbe ricevere un trattamento, errato, per disturbi gastrointestinali.

Se l’errore nella diagnosi o nel trattamento durante il pronto soccorso ha come conseguenza un aggravamento della condizione di salute del paziente, quest’ultimo potrebbe richiedere un risarcimento del danno.

Il risarcimento può essere ottenuto se vi sono i seguenti presupposti:

  • Il paziente ha riscontrato un danno (peggioramento della salute)
  • Vi è nesso di casualità tra danno subìto e la condotta medica
  • Il medico o la struttura sanitaria non possano provare di aver correttamente adempiuto l’obbligazione sanitaria

In caso di errata diagnosi in sede di pronto soccorso che ha comportato una lesione di tipo permanente, saranno risarcibili i seguenti danni:

  • Danno alla salute: l’importo è direttamente proporzionale al punteggio di invalidità permanente associato dal medico legale alla lesione subita dal paziente ed inversamente proporzionale alla sue età
  • Danno economico per la diminuzione della capacità di produrre reddito: si tratta della perdita della capacità di produrre reddito da parte del soggetto affetto dalla lesione. L’importo di tale danno sarà pari alla diminuzione reddituale subita dal paziente in conseguenza della lesione subita
  • Danno economico per spese mediche future: si tratta delle spese che il paziente dovrà sostenere per terapie o per ulteriori interventi
  • Danno esistenziale ovvero il danno stabilito dal giudice in via equitativa, conseguente alla compromissione della vita di relazione subita dal paziente in seguito alla lesione.
  • Danno morale conseguente al dolore patito dal paziente in conseguenza della lesione subita
  • Danno economico, danno esistenziale e danno morale dei prossimi congiunti (genitori, coniuge, fratelli)
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Diagnosi medica sbagliata: qual è l’iter per richiedere un risarcimento danni – Torna all’indice ^

 
Dopo un’attenta valutazione con un legale del proprio caso di malasanità e con un consulente medico-legale, che potrà accertare l’eventuale errore, si valuterà se attivare una vertenza in sede stragiudiziale o iniziare l’inter in tribunale.

Fondamentale per iniziare qualsiasi iter per richiedere un risarcimento danni per errore nella diagnosi è essere in possesso di ogni documento che potrebbe dimostrare un caso di malasanità e che consente di stabilire la correlazione tra evento e danno riportato.

Ad esempio sono documenti fondamentali: eventuali lastre, cartelle cliniche, ricevute che dimostrino le analisi effettuate, visite o terapie. In linea di massima, ogni referto o documento relativo alla situazione da analizzare può essere determinante per una valutazione completa in fase preliminare

A chi rivolgere la denuncia per richiedere il risarcimento danno per diagnosi errata?

I pazienti che subiscono lesioni da negligenza medica possono avanzare richiesta di risarcimento alla struttura sanitaria, al personale sanitario appartenente a strutture sanitarie o ai medici liberi professionisti che hanno eseguito la presunta diagnosi errata.

In caso di negligenza di medici interni a strutture sanitarie, è consigliabile rivolgere la richiesta solo alla struttura sanitaria; mentre in caso di negligenza del medico operante in regime libera professione, la richiesta di risarcimento dovrà essere effettuata necessariamente contro il medico stesso che ha emesso la diagnosi.

La prescrizione del risarcimento danni per errore medico: entro quanto tempo avanzare richiesta?

  • Se il risarcimento danni viene chiesto alla struttura sanitaria, il termine per la prescrizione del diritto al risarcimento del danno è di 10 anni e l’onere della prova è a carico della clinica
  • Se il risarcimento danni per errata diagnosi viene chiesto direttamente al medico che ha commesso l’errore, il termine di prescrizione è di 5 anni e l’onere della prova della colpa del medico è a carico del paziente.


In generale l’iter per avanzare richiesta di risarcimento danni prevede una negoziazione in via stragiudiziale con le strutture mediche coinvolte ed eventuali compagnie assicurative.

Se la negoziazione non porta ad un accordo di risarcimento tra le parti, l’avvocato proporrà una domanda di mediazione.

Se anche in seguito alla mediazione il caso non viene risolto, si procederà con la citazione in giudizio dei medici e delle strutture sanitarie coinvolte, in modo da arrivare ad una sentenza in merito alla richiesta di risarcimento danni per malasanità.

Come si calcola il risarcimento per errori medici ? Quali tabelle si utilizzano? – Torna all’indice ^

Il calcolo del risarcimento danni per errori medici dipende da svariati fattori tra i quali la gravità dell’errore, l’entità dei danni riportati dal paziente, l’impatto sulla sua qualità di vita e il contesto legale in cui si svolge la causa.

In generale gli elementi che vanno ad incidere sono: le spese mediche sostenute dal paziente (sia passate che future), danno morale, invalidità e/o disabilità, perdita di guadagno passata e futura, perdita di reddito per impossibilità di lavorare.

Il calcolo del risarcimento del danno subisce modifiche in base alle situazioni specifiche; è, infatti, fondamentale valutare ogni caso in modo unico e dettagliato per avanzare una corretta richiesta di risarcimento del danno per diagnosi medica errata.

Come si calcola un risarcimento danni per malasanità? La liquidazione del danno da responsabilità medica è fatta dal giudice sulla base di specifici criteri fissati dall’articolo 7, III e IV comma della legge Gelli n. 24/2017.

In caso di lesioni di lieve entità subite dal paziente, infatti, tale danno verrà risarcito sulla base delle tabelle per la liquidazione del danno biologico previste dagli artt. 138 e 139 del codice delle assicurazioni private.

Diversamente, per calcolo risarcimento del danno da lesioni di non lieve entità, generalmente vengono adottati i criteri tabellari ordinari per la liquidazione del danno alla salute previsti dalle tabelle del Tribunale di Milano.

Riassunto – Torna all’indice^

  • L’approfondimento affronta il tema della correlazione tra errore medico e diagnosi sbagliata nell’ambito della malasanità.
  • La comprensione dell’errore medico è cruciale per valutare la possibilità di richiedere un risarcimento danni a favore del paziente, e ciò include errori nella diagnosi, nel trattamento e nella gestione dei pazienti.
  • Esistono diverse tipologie di errori medici, come diagnosi errate o tardive, trattamenti inappropriati, errori nell’uso di apparecchiature mediche e negligenze nella somministrazione di farmaci.
  • L’errore medico può essere attribuito a negligenza, imprudenza o imperizia da parte del medico.
  • Vengono illustrate diverse sentenze relative a errori diagnostici e le relative responsabilità mediche.
  • Nel caso di diagnosi errate al pronto soccorso, spesso l’errore risiede nella mancata individuazione tempestiva di problemi di salute gravi.
  • Se un errore di diagnosi o trattamento al pronto soccorso peggiora la condizione del paziente, può essere richiesto un risarcimento danni.
  • I presupposti per il risarcimento includono il danno al paziente, la causalità tra danno e condotta medica, e la mancanza di prova dell’adempimento corretto dell’obbligazione sanitaria.
  • Il risarcimento può coprire danni alla salute, perdita di reddito, spese mediche future, danni esistenziali, danni morali e danni ai prossimi congiunti.
  • L’iter per richiedere un risarcimento danni in caso di errore medico coinvolge la valutazione legale e medica del caso, la raccolta di documenti pertinenti e la possibilità di negoziazione o azioni legali.
  • I pazienti possono rivolgere la richiesta di risarcimento a strutture sanitarie o medici responsabili dell’errore.
  • Vengono fornite informazioni sul termine di prescrizione per il risarcimento, che varia a seconda se la richiesta è diretta alla struttura sanitaria o al medico.
  • Il calcolo del risarcimento danni per errori medici dipende da vari fattori, tra cui la gravità dell’errore, l’impatto sulla qualità di vita del paziente e le spese mediche passate e future.
  • Le tabelle per la liquidazione del danno biologico possono essere utilizzate per calcolare il risarcimento in caso di lesioni di lieve entità, mentre criteri tabellari ordinari sono utilizzati per lesioni di non lieve entità.
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