– Quando si contrae matrimonio i coniugi che non optano per alcun regime patrimoniale automaticamente decidono per il regime di comunione dei beni.
Separazione dei beni: cosa c’è da sapere
La decisione di passare dalla comunione alla separazione dei beni si verifica, sempre più spesso, quando i coniugi decidono di avviare la procedura di separazione personale
Quando si contrae matrimonio i coniugi che non optano per alcun regime patrimoniale automaticamente decidono per il regime di comunione dei beni.
E’ possibile modificare tale regime patrimoniale recandosi da un notaio.
Occorre innanzitutto l’accordo dei coniugi di voler modificare il regime patrimoniale: difatti, è impossibile che uno dei due proceda ad attivare questa operazione all’insaputa dell’altro, il quale ne deve essere informato.
Cosa è la separazione dei beni e come si costituisce
La caratteristica di questo regime è il fatto che, a seguito del matrimonio, nulla cambia per i coniugi in relazione alla titolarità e all’amministrazione dei beni di ciascuno.
Il regime patrimoniale di separazione dei beni può essere adottato in tre momenti diversi rispetto alla celebrazione del matrimonio: prima di sposarsi, durante il matrimonio e in un momento successivo.
Nella prima e nelle terza ipotesi la costituzione può avvenire soltanto tramite convenzione stipulata di fronte ad un notaio, con la presenza di due testimoni, nella forma di atto pubblico. Per legge si applicano le norme sulle convenzioni matrimoniali di cui agli artt. 162-163-164 c.c.
Nella seconda ipotesi, contemplata dall’art. 162, secondo comma, c.c., invece, i coniugi possono rendere in una dichiarazione la propria volontà di adottare tale regime al celebrante il matrimonio.
Quali sono i passi da seguire?
Il notaio provvederà, poi, a far annotare tale scelta sull’atto di matrimonio in modo che sia opponibile a tutti, compresi i creditori.
Se sussistono i presupposti, tale passaggio comunione – separazione dei beni deve essere annotato a margine della trascrizione effettuata nei registri immobiliari e dei beni mobili registrati.
Quanto costa passare da comunione a separazione dei beni?
Il primo costo da considerare è quello legato alla stipula del nuovo contratto matrimoniale, poiché per passare dal regime di comunione a quello di separazione dei beni, è necessario stipulare un nuovo accordo con l’aiuto di un notaio.
Le tariffe notarili variano in base alla regione e al valore patrimoniale degli immobili coinvolti nella separazione.
Occorre anche tenere conto delle spese relative alla divisione dei beni comuni, valutando il costo dell’eventuale vendita degli immobili in comproprietà o della liquidazione delle attività imprenditoriali condivise.
In linea generale, i costi per la valutazione del patrimonio possono essere suddivisi in due categorie principali: i costi dei professionisti coinvolti e i costi legati alle procedure e strumenti utilizzati per la valutazione.
Per quanto riguarda le figure professionali coinvolte normalmente si tratta di consulenti finanziari, commercialisti o periti immobiliari, a seconda dei beni oggetto di valutazione. Ognuno di loro applicherà le proprie tariffe in base alla complessità del lavoro da svolgere e alla propria esperienza professionale.
Infine occorre considerare le spese legali. Se il processo di separazione dei beni diventa contenzioso rendendo necessario l’intervento di un Avvocato, i costi possono aumentare in maniera considerevole.
Debiti del coniuge, quali differenze tra comunione e separazione dei beni
Le situazioni di debito personale di un coniuge coniuge possono avere un impatto significativo sulla vita dell’altro coniuge che non ha contratto il debito, impatto più o meno grave a seconda del regime patrimoniale scelto, ovvero la comunione o la separazione dei beni.
Indipendentemente dalla scelta del regime patrimoniale, il coniuge non responsabile del debito non è legalmente obbligato a pagare ma ci sono diverse conseguenze negative che potrebbero influenzare la sua situazione finanziaria.
Ad esempio, il coniuge non responsabile potrebbe vedersi negare l’accesso al credito o potrebbe subire un’azione di recupero crediti che potrebbe portare alla vendita forzata dei beni coniugali.
Comunione dei beni e debiti del coniuge
Con la comunione dei beni, i coniugi mettono insieme le loro ricchezze e i beni diventano di proprietà di entrambi, condivisi al 50%.
Secondo la legge, solo il coniuge che ha preso in prestito denaro ha la responsabilità di ripagarlo, mentre l’altro coniuge non ha nessuna responsabilità al riguardo.
Tuttavia, le procedure di recupero crediti possono comunque danneggiare anche il coniuge non debitore, poiché i beni in comune possono essere pignorati e venduti.
In alcune situazioni, il coniuge non debitore potrebbe avere una maggiore responsabilità rispetto alla semplice perdita dei beni condivisi; questo accade se il coniuge ha dato il consenso per l’acquisto del debito o se si ritiene che il debitore abbia agito anche per conto dell’altro coniuge, per il principio dell’affidamento ragionevole dei terzi.
In questi casi, entrambi i coniugi sono responsabili del debito e delle conseguenze che ne derivano.
Come difendersi dai debiti del coniuge con la separazione dei beni
Con il regime della separazione dei beni, i coniugi possono scegliere di mantenere i propri patrimoni e beni separati anche dopo il matrimonio.
Se uno dei coniugi ha debiti, i creditori potrebbero prendere in considerazione i beni dell’altro coniuge, ad esempio la casa di famiglia, per saldare il debito, tuttavia questo rischio può essere evitato se i beni sono intestati solo al coniuge non debitore.
È importante ricordare che non è possibile modificare il regime patrimoniale o la proprietà dei beni dopo aver contratto il debito, poiché il debitore potrebbe utilizzare l’azione revocatoria per proteggere i propri beni.
Domande frequenti
Cosa spetta alla moglie in caso di separazione dei beni?
Quindi, se la moglie ha acquistato un bene prima del matrimonio o ha ereditato un patrimonio, questi beni rimangono di sua proprietà esclusiva.
Tuttavia, ci sono alcuni aspetti da tenere in considerazione riguardo ai beni acquisiti durante il matrimonio. In genere, se il coniuge che guadagna di più ha contribuito maggiormente all’acquisto dei beni durante il matrimonio, questi beni rimarranno di sua proprietà.
Tuttavia, se i due coniugi hanno contribuito in modo equo all’acquisto dei beni, questi verranno divisi equamente.
Inoltre, la moglie avrà diritto a una parte degli alimenti per sé e per i figli minori in caso di separazione o divorzio.
Questo è un aspetto importante da tenere presente, poiché garantisce un sostegno economico alla moglie e ai figli.
Quando conviene fare la separazione dei beni?
La separazione dei beni può anche offrire una maggiore tranquillità alle parti in caso di divorzio o di morte del coniuge. In tali situazioni, infatti, i beni personali non vengono messi in comune e possono essere gestiti senza interferenze.
Tuttavia, va detto che la separazione dei beni non è sempre la scelta migliore. Infatti, in alcuni casi può risultare complessa da gestire e comportare costi aggiuntivi per la valutazione del patrimonio personale di ciascun coniuge.
Inoltre, se uno dei due partner non lavora o ha un reddito inferiore rispetto all’altro, la divisione dei beni potrebbe essere svantaggiosa.
In ogni caso, decidere di fare la separazione dei beni è una scelta personale che richiede attenzione e valutazioni accurate.
Come si fa a passare da comunione a separazione dei beni?
Una volta che l’accordo è stato firmato, la comunione è considerata sciolta e i beni sono divisi secondo le disposizioni contenute nell’accordo stesso.
Ciascun coniuge può quindi gestire i propri beni come meglio crede.
Dove si può fare la separazione dei beni?
Tale procedimento consentirà loro di mantenere separate le proprie proprietà individuali, come beni mobili e immobili acquistati prima o durante il matrimonio, e rispettare gli obblighi relativi a imposte ed eventualmente al mantenimento della famiglia.
Quali documenti servono per fare la separazione dei beni?
La separazione dei beni può avvenire mediante l’elaborazione di un contratto notarile o di una sentenza del giudice oppure può essere effettuata senza alcun atto formale.
In tutti i casi, è necessario allegare all’atto di separazione dei beni la certificazione dello stato di famiglia rilasciata dall’Ufficio Anagrafe e documentare l’esistenza di eventuali proprietà, debiti e crediti contratti in comunione da entrambi i coniugi.
Quanto tempo ci vuole per fare la separazione dei beni?
Se ci sono controversie su come devono essere divisi i beni, può richiedere più tempo. In questo caso, è consigliabile rivolgersi a un notaio o a un avvocato specializzato per aiutare nella divisione.
Questa procedura potrebbe richiedere da qualche mese fino a diversi anni, a seconda della complessità della situazione.
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Informazioni sull'Autore
L’Avvocato Brizzi ha maturato una notevole esperienza nel campo del Diritto Civile, con particolare riferimento a successioni, donazioni, contrattualistica tra privati e imprese e nel campo della tutela dei diritti del Consumatore (controversie contro operatori telefonici –
azioni e richieste risarcitorie per violazione del codice del consumo).
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