– I crediti retributivi costituiscono le somme monetarie dovute al lavoratore ancora non erogate da parte del datore di lavoro.

Recupero crediti di lavoro

 
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Costituiscono le somme monetarie dovute al lavoratore ancora non erogate da parte del datore di lavoro.

Questi crediti riguardano non solo lo stipendio mensile pattuito, ma anche ogni altra forma di retribuzione legalmente spettante al dipendente, in accordo con le disposizioni normative, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e il contratto individuale di lavoro.

Tale ambito comprende bonus, indennità e altre prestazioni corrisposte dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) attraverso il canale del datore di lavoro.

Può accadere che il datore di lavoro trascuri il dovere di erogare al lavoratore le somme che gli sono dovute, secondo le tempistiche prescritte dalla legislazione vigente, dai CCNL o dalle consuetudini aziendali.

È in queste circostanze che emerge l’importanza di intraprendere azioni per il recupero dei crediti retributivi, onde tutelare i diritti del lavoratore e garantire l’adempimento delle obbligazioni contrattuali.

Tale processo può coinvolgere la presentazione di richieste formali al datore di lavoro, la negoziazione conciliativa o, se necessario, l’avvio di procedure giudiziarie atte a far valere i diritti del lavoratore.

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Nel caso di mancata erogazione delle somme dovute da parte del datore di lavoro, il dipendente si trova di fronte a diverse opzioni di intervento.

Inizialmente, è opportuno intraprendere un percorso di chiarimento e sollecitazione del pagamento attraverso vie amichevoli, chiedendo all’ufficio delle risorse umane le ragioni alla base del ritardo.

Qualora tale approccio non portasse risultati, si rende indispensabile l’adozione di ulteriori strategie.

In primo luogo, è possibile inviare un formale sollecito di pagamento mediante una comunicazione scritta proveniente da un soggetto qualificato quale può essere un sindacato o un legale.

Tale atto riveste l’importante funzione di comunicare al datore di lavoro che, in caso di persistente inadempimento, il lavoratore intende agire attraverso le vie legali a sua disposizione.

Nel caso in cui questa misura non sortisse gli effetti desiderati, si rende necessario affidare a un legale l’incarico di avviare una procedura di recupero coattivo del credito, conformemente alle disposizioni legislative che regolano le situazioni di inadempienza del debitore.

Questo atto, noto come procedura esecutiva, costituisce l’ultimo ricorso per garantire il recupero delle somme spettanti al lavoratore, in caso di persistente inadempienza da parte del datore di lavoro.

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Quali sono le tempistiche legate al recupero dei crediti retributivi? – Torna all’indice ^

Con l’obiettivo di conferire certezza ai rapporti giuridici, la legislazione sancisce la necessità di stabilire termini di prescrizione per il diritto del creditore di perseguire il soddisfacimento del proprio credito.

Nel contesto dei rapporti di impiego, i crediti di natura retributiva sono soggetti a un periodo di prescrizione di cinque anni, che inizia dalla data in cui il dipendente ha acquisito il diritto al pagamento.

E’ opportuno considerare che durante il rapporto di lavoro, il lavoratore potrebbe essere spinto a non esercitare i propri diritti, preoccupato  di subire eventuali ripercussioni negative.

In considerazione di tale dinamica, in contesti di rapporti di lavoro in cui non è contemplata la tutela reintegratoria in caso di licenziamento ingiustificato, il termine di prescrizione dei crediti derivanti dall’attività lavorativa rimane in uno stato di sospensione sino alla conclusione del rapporto di lavoro stesso.

In questo scenario, il periodo quinquennale all’interno del quale è possibile intraprendere azioni legali inizia a decorrere esclusivamente a partire dalla data di cessazione formale del rapporto di lavoro.

Tale meccanismo è stato introdotto per garantire una tutela adeguata al lavoratore, specialmente nei contesti in cui la prospettiva di rappresaglie e licenziamenti illegittimi potrebbe scoraggiare la piena tutela dei propri diritti.

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