– Deve essere considerata contratta in ospedale un’infezione che si manifesta non prima dei tre giorni successivi rispetto alla data del ricovero.

Danno da decesso per infezione

 
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Sulla base di quanto affermato da prestigiose pubblicazioni di carattere scientifico, deve essere considerata contratta in ospedale un’infezione che si manifesta non prima dei tre giorni successivi rispetto alla data del ricovero. Il paziente, a livello processuale, deve essere in grado di dimostrare che le sue condizioni di salute al momento del ricovero non potevano comportare la presenza dell’infezione.

Sulla struttura sanitaria incombe l’onere di dimostrare che sono state rispettate tutte le precauzioni del caso e, in particolare, le misure più efficaci e adatte ad assicurare la sterilità del personale, dei locali e degli strumenti, i quali devono essere oggetto di un monitoraggio costante e prolungato nel tempo. 

In presenza di una responsabilità dell’ente ospedaliero, i congiunti più stretti della vittima hanno diritto a richiedere e ottenere un risarcimento del danno da perdita parentale.

In alcuni casi le cause giudiziarie vengono intraprese anche se non ci sono fondamenti di sostenibilità. Il risultato è che le vittime, o i parenti delle vittime, subiscono – come si suol dire – oltre al danno la beffa, ritrovandosi obbligate a pagare somme consistenti dovute a spese di lite che poi si sono verificate superflue sul piano del risultato. Per evitare una situazione del genere, è opportuno effettuare una verifica di sostenibilità della causa preventiva, grazie a cui è possibile avere un’idea delle potenzialità del risultato, a beneficio del cliente. 

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