Insinuazione al passivo
Coloro che sono creditori nei confronti di un’azienda fallita, per sperare di essere pagati devono presentare una richiesta al Tribunale detta “domanda d’insinuazione al passivo”. Tale domanda sarà poi valutata dal Tribunale insieme al curatore onde stabilire se le somme sono effettivamente dovute.
Vi sono sostanzialmente due tipologie di crediti.
Alcuni crediti vengono detti “privilegiati” per via della natura preferenziale che hanno rispetto agli altri crediti (per esempio, quelli dei lavoratori dipendenti) e vengono quindi pagati prima degli altri.
Tutti i restanti crediti sono invece detti “chirografari”: questi ultimi vengono pagati dopo il pagamento integrale dei creditori privilegiati, sempre che avanzi attivo e, comunque, per percentuali uguali con tutti gli altri creditori chirografari.
Per presentare l’istanza di insinuazione al passivo e partecipare all’udienza non serve necessariamente l’avvocato. Ciascun creditore (azienda o privato cittadino) può adoperarsi autonomamente.
La domanda deve contenere:
– una apposita richiesta di essere ammessi al passivo (non servono formule particolari: l’importante è indicare la natura del credito, la causa del credito, gli importi dovuti, i documenti che fondano il credito, l’azienda fallita, l’azienda creditrice, il tribunale che cura la procedura fallimentare);
– i documenti che provano l’esistenza del credito (per es.: fatture, ddt, buste paga, ecc.);
– nel caso di società, la firma dell’amministratore o, comunque, del legale rappresentante dell’azienda.
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