​Presupposti del ricorso dell’articolo 31 testo unico sull’immigrazione

– La Corte Suprema di Cassazione, Sezioni Unite Civili sentenza 15750/2019, ha affrontato una questione di massima importanza riguardante l’interpretazione dell’art. 31.

La sentenza riguarda un ricorso presentato da coniugi albanesi per ottenere l’autorizzazione alla permanenza in Italia al fine di accudire i loro figli, evidenziando questioni legate all’unità familiare e allo sviluppo psicofisico dei minori.

La Corte Suprema di Cassazione, Sezioni Unite Civili sentenza 15750/2019, ha affrontato una questione di massima importanza riguardante l’interpretazione dell’art. 31, comma 3, del Testo Unico sull’Immigrazione (d.lgs. n. 286 del 1998).

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La questione centrale era se il comportamento del familiare incompatibile con la permanenza in Italia potesse essere considerato non solo ai fini della revoca dell’autorizzazione già concessa, ma anche per il diniego del rilascio della stessa.

La Corte ha stabilito che il diniego dell’autorizzazione non può derivare automaticamente dalla condanna per reati ostativi, ma tale condanna può rilevare se costituisce una minaccia concreta e attuale per l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale. Questo deve essere valutato attraverso un esame circostanziato del caso e un bilanciamento con l’interesse del minore, che ha valore prioritario ma non assoluto.

I principi fondamentali emersi dalla decisione includono:

  1. Bilanciamento degli Interessi: La Corte ha sottolineato l’importanza di bilanciare l’interesse del minore a mantenere l’unità familiare con le esigenze di ordine pubblico e sicurezza nazionale. Questo bilanciamento deve essere fatto in modo concreto e non astratto.
  2. Non Automaticità del Diniego: La condanna per reati ostativi non comporta automaticamente il diniego dell’autorizzazione. È necessaria una valutazione concreta della condotta del familiare e delle sue implicazioni per l’ordine pubblico e la sicurezza.
  3. Interesse Superiore del Minore: L’interesse del minore a non essere separato dai genitori è prioritario, ma non assoluto. Deve essere considerato in relazione alle esigenze di sicurezza e ordine pubblico.
  4. Esame Circostanziato: La decisione di concedere o negare l’autorizzazione deve basarsi su un esame dettagliato delle circostanze specifiche del caso, inclusi il comportamento del familiare e l’impatto sul minore.
  5. Deroga alle Norme Ordinarie: L’art. 31, comma 3, consente deroghe alle disposizioni ordinarie sull’immigrazione per proteggere l’interesse del minore, ma queste deroghe non sono incondizionate e devono essere giustificate da un esame concreto delle circostanze.

Questa sentenza rappresenta un importante chiarimento giuridico, evidenziando la necessità di un approccio equilibrato e individualizzato nelle decisioni riguardanti l’autorizzazione alla permanenza dei familiari di minori stranieri in Italia.

Bilanciamento tra interesse del minore e sicurezza nazionale
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