Malattia professionale
– E’ una patologia, che si sviluppa in seguito all’esposizione prolungata a un fattore di rischio presente in azienda.
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Definizione – Torna all’indice ^
La malattia professionale rappresenta una vera e propria patologia che un lavoratore può contrarre svolgendo la propria mansione sul luogo di lavoro.
È importante fare una distinzione preliminare tra malattia professionale e infortunio sul lavoro.
Diverso è l’infortunio sul lavoro, ovvero un evento fortuito, imprevedibile e improvviso che può accadere durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e che provoca un danno alla salute del lavoratore.

Come richiedere la malattia professionale – Torna all’indice ^
Attraverso la denuncia di malattia professionale il lavoratore comunica all’Inail e al datore di lavoro la sua attuale condizione di malattia causata dall’attività lavorativa che ha svolto.
Comprendiamo quanto possa essere difficile affrontare una malattia professionale; per questo, è fondamentale inoltrare la denuncia all’Inail, poiché è necessaria per ottenere le prestazioni e gli indennizzi previsti dalla legge, che possono alleviare parte del peso economico e emotivo che stai affrontando.
Alla denuncia va allegato il certificato medico che attesta la malattia professionale e l’origine della stessa; il certificato medico va inviato al datore di lavoro entro 15 giorni dal manifestarsi della malattia. Ricordiamo che la denuncia tardiva comporta la perdita del diritto all’indennizzo per il periodo precedente alla denuncia.
Come inviare la denuncia all’Inail?
Esistono due tipologie di procedure in base alla categoria lavorativa di appartenenza.
Per le malattie professionali accorse a lavoratori dell’industria, dell’artigianato, dei servizi e delle pubbliche amministrazioni, la denuncia deve essere fatta online tramite il sito dell’Inail.
Per le altre categorie di lavoratori, la denuncia deve essere fatta con il modulo cartaceo 101 R.A. da inviare all’Inail per posta o tramite Pec.
Una volta inviata la denuncia all’Inail, quest’ultimo verifica che ci sia i requisiti per accogliere la richiesta del lavoratore.
Verranno analizzati i seguenti aspetti:
- La tipologia di malattia
- La mansione del lavoratore e il potenziale nesso tra attività svolta e malattia professionale manifestata
- Tempistica trascorsa tra la fine dell’attività lavorativa e il manifestarsi della malattia che ha portato a inoltrare una denuncia
Una volta inviato il primo certificato medico all’Inail, ne susseguiranno altri per attestare il protrarsi dell’inabilità temporanea assoluta e un certificato definitivo che attesti le reali possibilità del lavoratore di riperdere a lavorare.
Esempi di malattia professionale – Torna all’indice ^
Di seguito riportiamo le cause e le malattie professionali più comuni.
- Esposizione a sostanze nocive, quali polveri (esempio silicio e amianto), elementi chimici tossici (solventi, metalli pesanti, e benzene): può portare ad asma bronchiale o alveolite allergica
- Esposizione a rumore, vibrazioni, radiazioni, o campi elettromagnetici: possono provocare danni permanenti all’udito, al sistema nervoso, o alla vista
- Esposizione a stress fisico o psicologico: può provocare disturbi psichici, ansia, o depressione
- Posture o movimenti ripetitivi o scorretti : può provocare malattie muscolo-scheletriche come tendiniti, ernie, lombalgie
- Utilizzo di materiali quali cemento, calce, gesso soprattutto nel settore edile: può portare a malattie cutanee quali dermatiti e, nei casi più gravi, anche tumori della pelle
- Utilizzo massiccio e per molte ore di computer (mouse), smartphone o tablet: può provocare la sindrome del tunnel carpale
Datore di lavoro e malattia professionale: aspetti da conoscere – Torna all’indice ^
Un primo aspetto fondamentale che un datore di lavoro deve conoscere è se l’attività imprenditoriale svolta rientra tra quelle soggette al rischio di malattia professionale.
È utile conoscere le malattie tabellate e non tabellate previste dalla legge. L’elenco è disponibile sul sito dell’Inail.
È, inoltre, importante conoscere i passaggi da porre in essere quando un dipendente denuncia una malattia professionale:
- Il datore di lavoro riceverà il certificato medico del dipendente che attesta la malattia e la sua origine lavorativa
- Il datore di lavoro invierà a sua volta la denuncia di malattia professionale all’INAIL entro cinque giorni dalla ricezione del certificato medico
- Il datore di lavoro dovrà sempre rispettare gli obblighi di prevenzione e sicurezza sul lavoro per evitare ulteriori malattie professionali
Ma quali sono le conseguenze legali ed economiche di una malattia professionale per il datore di lavoro? Esaminiamo quindi diverse ipotesi, ovvero:
Vi sono diverse ipotesi, ovvero:
- Potrebbe subire una sanzione amministrativa o penale se viene accertato il non rispetto degli obblighi di denuncia, prevenzione e sicurezza sul lavoro, e in caso di licenziamento illegittimo di un lavoratore affetto da malattia professionale, il datore di lavoro potrebbe anche essere obbligato a risarcire il danno subito dal lavoratore.
- Potrebbe risarcire il danno subito dal lavoratore per la malattia professionale, se si dimostra che la malattia è dovuta a colpa o negligenza del datore di lavoro stesso
- Potrebbe beneficiare di agevolazioni contributive se vengono adottate misure di prevenzione e protezione efficaci
Tabelle indennizzo – Torna all’indice ^
Con il decreto 105 del 2 agosto 2023 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha stabilito la rivalutazione degli importi degli indennizzi sia per il danno biologico che per gli infortuni e le malattie professionali.
Segnaliamo che dal primo luglio 2023 gli importi sono stati rivalutati dell’8,1%.
Nella nuova circolare di istruzioni n 41 emessa il 12 settembre 2023 viene precisato che, per quanto riguarda gli indennizzi in capitale, l’incremento dovuto a titolo di rivalutazione viene applicato sugli importi definiti con provvedimenti a partire dal primo luglio 2023; diversamente il valore capitale è riferito alla tabella del danno biologico in relazione alla data dell’evento.
Dal primo luglio 2023, per quanto riguarda gli accertamenti provvisori dei postumi, la rivalutazione sarà corrisposta a seguito di accertamento definitivo dei postumi stessi.
Mentre, nelle ipotesi di revisione e di aggravamento dei casi di malattia, la rivalutazione si applica solo ai maggiori importi eventualmente liquidati sempre dal primo luglio 2023.
Gli importi relativi alla rivalutazione saranno liquidati d’ufficio, secondo le consuete modalità di pagamento delle prestazioni economiche e con l’invio agli interessati di apposito provvedimento di liquidazione elaborato a livello centrale.
Quando e se può essere motivo di licenziamento l’inidoneità al lavoro – Torna all’indice ^
Ai sensi dell’articolo 2110 del Codice Civile il datore di lavoro non può licenziare un lavoratore quando è impossibilitato a recarsi sul posto di lavoro per malattia o infortunio, inclusa la malattia professionale, poiché tale provvedimento sarebbe considerato nullo e potrebbe comportare sanzioni legali.
Sulla base di questo principio, quindi, infortunio e malattia professionale non possono essere motivo di licenziamento per un dipendente.
Se il datore di lavoro procedesse comunque al licenziamento del lavoratore, questo provvedimento dovrebbe ritenersi nullo, lasciando il lavoratore in una situazione di grande incertezza e stress, aggravando ulteriormente le sue già difficili condizioni di salute.
Immagina, ad esempio, un operaio che ha dedicato anni della sua vita a un’azienda, solo per scoprire che la sua malattia professionale, causata da condizioni di lavoro inadeguate, viene ignorata e porta al suo licenziamento.
Questo non solo compromette la sua salute, ma anche la sua stabilità economica e il suo futuro.
Ad esempio, se un lavoratore affetto da una malattia professionale rifiuta di sottoporsi a visite mediche di controllo, il datore di lavoro potrebbe considerare questo comportamento come giusta causa per il licenziamento.
Un altro esempio potrebbe essere un dipendente che, nonostante le prescrizioni mediche, continua a svolgere attività lavorative che aggravano la sua condizione di salute.
Quali sono i motivi di licenziamento per giusta causa? Ad esempio, un lavoratore potrebbe essere licenziato se rifiuta di sottoporsi a visite mediche di controllo, ma non può essere licenziato semplicemente per essere malato.
Domande frequenti – Torna all’indice ^
Come si fa a dimostrare la malattia professionale?
Inoltre, bisogna fornire prove che colleghino la patologia all’ambiente di lavoro e al tipo di attività svolta.
Qualora si ritenga opportuno, è possibile contattare l’INAIL per avere maggiori informazioni sulle procedure da seguire per ottenere il riconoscimento della malattia professionale.
Cosa succede se viene riconosciuta la malattia professionale?
In questo caso, il lavoratore avrà diritto a una somma di denaro per compensare le spese sostenute per la cura della malattia o per il mancato guadagno causato dal periodo di assenza dal lavoro.
La misura del risarcimento è stabilita in base all’entità del danno subito e varia in base al genere, all’età e al grado di invalidità permanente.
Cosa si ottiene con la malattia professionale?
Il datore di lavoro è obbligato a risarcire le conseguenze relative alla malattia professionale, a tutela della salute del lavoratore. Il beneficiario ha diritto ad un indennizzo economico o all’erogazione di prestazioni sanitarie, come terapie mediche oppure interventi riabilitativi.
Inoltre, potrà essere prevista una indennità mensile per compensare la perdita di guadagno che il lavoratore ha sostenuto a causa della malattia professionale.
Cosa comporta la malattia professionale al datore di lavoro?
Inoltre, il datore di lavoro dovrà necessariamente modificare l’ambiente di lavoro per renderlo più sicuro. Queste modifiche possono comportare costi significativi in termini di tempi e denaro.
Infine, deve sostenere le spese legali relative alla malattia professionale del suo dipendente.
Sebbene la malattia professionale possa essere un costo oneroso per i datori di lavoro, è comunque fondamentale che adottino tutte le misure necessarie per prevenirla.