Maltrattamenti in famiglia
Secondo la dottrina e la giurisprudenza consolidate può classificarsi come “maltrattante” qualsiasi complesso di atti prevaricatori, vessatori e oppressivi reiterati nel tempo, tali da produrre nella vittima un’apprezzabile sofferenza fisica o morale, o anche da pregiudicare il pieno e soddisfacente sviluppo della personalità della stessa.
Oggi, in particolare, il reato noto come maltrattamenti in famiglia si configura ogni qual volta un soggetto maltratta una persona appartenente alla sua famiglia o comunque con lui convivente o una persona sottoposta alla sua autorità o che gli è stata affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia o per l’esercizio di una professione o di un’arte.
Fece molto scalpore, qualche anno fa, la sentenza della Corte di cassazione numero 36503/2011, che ha confermato la condanna per il reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti di una madre e di un nonno che, per ‘eccesso di protezione e attenzioni’, avevano di fatto impedito un armonico sviluppo psico-fisico del figlio/nipote.
La pena base per il reato di maltrattamenti in famiglia è quella della reclusione da due a sei anni.
Tale pena è aggravata in tre ipotesi:
• se dal fatto deriva una lesione personale grave è prevista la reclusione da quattro a nove anni
• se dal fatto deriva una lesione personale gravissima è prevista la reclusione da sette a quindici anni
• se dal fatto deriva la morte è prevista la reclusione da dodici a ventiquattro anni.
Domande frequenti
A quale categoria appartengono i maltrattamenti in famiglia?
Tali azioni possono includere fisico, psicologico, sessuale ed economico.
Le vittime di tale violenza sono spesso i bambini, le donne e gli anziani che sono vulnerabili a causa della loro età o stato socio-economico.
Che cosa sono i maltrattamenti?
Possono essere perpetrati da qualunque membro della famiglia (ad esempio genitori, nonni, fratelli o sorelle). I maltrattamenti possono includere bullismo, discriminazione e umiliazione, minacce o aggressioni fisiche.
Essi possono avere effetti devastanti sulla salute e sul benessere delle persone che ne sono vittime, come sentimenti di solitudine, depressione e paura.
Come provare i maltrattamenti in famiglia?
Anche il comportamento scolastico, come risultati scolastici in calo, mancanza di interesse e assenze scolastiche improvvise possono essere indizi della presenza di maltrattamenti. È importante anche prestare attenzione a come il bambino interagisce con gli altri membri della famiglia e con le persone esterne alla famiglia.
Se il bambino è molto riservato o evita contatti con adulti potrebbe esserci un problema. Un’altra indicazione è l’assunzione di responsabilità inappropriate da parte del bambino.
Infine, se il bambino viene vittima di abuso sessuale, è essenziale rivolgersi immediatamente alle autorità competenti.
Chi può denunciare maltrattamenti in famiglia?
Coloro che hanno conoscenza diretta di un caso di maltrattamenti possono contattare le forze dell’ordine per segnalare il caso e richiederne l’intervento.
Se una persona minore è coinvolta, è necessario informare anche i servizi sociali, che valuteranno la situazione e prenderanno provvedimenti per tutelarla.
La denuncia può essere presentata anche presso la procura della Repubblica competente, se ritenuta necessaria,
Chi punisce i maltrattamenti in famiglia?
Se i maltrattamenti sono di natura economica, ad esempio un genitore che non fornisce alimenti o servizi sanitari necessari a un figlio, le autorità competenti possono essere il tribunale civile, un servizio sociale o un organismo governativo.
In caso di maltrattamenti minorili, la polizia e la magistratura possono punire i responsabili con multe o arresti. Inoltre, può essere applicata un’azione legale da parte delle vittime che hanno subito maltrattamenti.
Come difendersi da accuse di maltrattamenti in famiglia?
Inoltre, è importante tenere traccia delle dinamiche familiari, delle interazioni e della comunicazione all’interno della famiglia. Nonostante le buone intenzioni, può capitare di essere accusati di maltrattamento.
In tal caso, la prima cosa da fare è chiedere a un membro del personale qualificato o a un legale specializzato di fornire informazioni su come affrontare la situazione. È importante mantenere un atteggiamento calmo e professionale ed esprimere in modo chiaro la propria posizione.
Inoltre, se si ritiene che le accuse siano infondate, è possibile presentare ricorso all’autorità competente.