– Lo spirito della donazione è il desiderio o l’opportunità di dare qualcosa alle persone

Donazione in ambito familiare: quali sono gli adempimenti fiscali e civili?

La disciplina della donazione nel codice civile – Torna all’indice ^

L’articolo 769 del Codice Civile disciplina la donazione come il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra.Tale negozio è regolato in maniera molto formale, dato che per esso è richiesto l’atto pubblico davanti al notaio e alla presenza di due testimoni.

Tale negozio è regolato in maniera molto formale, dato che per esso è richiesto l’atto pubblico davanti al notaio e alla presenza di due testimoni.

La donazione è il solo strumento giuridico di trasmissione a titolo gratuito di beni da parte di un soggetto vivente e si distingue dal testamento, il quale produce effetti solo alla morte del suo autore.

Lo spirito della donazione è in realtà il desiderio o l’opportunità di dare qualcosa alle persone a noi care per affetto o per amicizia.

La donazione è, a tutti gli effetti, un atto importante, in quanto comporta la diminuzione del patrimonio di colui che dona (donante) ed il conseguente arricchimento di colui che riceve (donatario o beneficiario).

È pertanto necessario conoscere preliminarmente tutti gli aspetti e le conseguenze, tanto civili che fiscali, della donazione.

donazione familiare

La Donazione di modico valore – Torna all’indice ^

La donazione più comune è quella in denaro ed è anche quella che più spesso si configura come donazione di modico valore, ovvero come una di quelle donazioni che l’articolo 783 del codice civile rende valide anche in assenza di atto pubblico, purché vi sia stata la tradizione.

Se si dona del denaro di modico ammontare è possibile evitare la stipula del negozio nella forma dell’atto pubblico presso il notaio alla presenza di due testimoni, ma ci si potrà limitare a consegnare le somme nel rispetto delle norme che regolano le transazioni in contanti.

Non sempre è facile valutare quando una donazione è ritenuta modica. Il Codice Civile, all’art. 783, secondo comma, precisa che la donazione deve essere valutata come modica in relazione alla condizioni economiche del donante

La Corte di Cassazione si è espressa sul punto con la sentenza n. 3858 pubblicata il 17 febbraio del 2020; in questo caso i Giudici hanno ritenuto che nelle donazioni di denaro di modico valore non è essenziale la forma solenne della scrittura pubblica notarile e che ai fini del riconoscimento del modico valore di una donazione è necessario considerare due criteri: quello obiettivo, correlato al valore del bene che ne è oggetto, e quello soggettivo, per il quale si tiene conto delle condizioni economiche del donante e che la donazione stessa, per essere considerata di modico valore, non deve mai incidere in modo apprezzabile sul patrimonio del donante.

Inoltre, precisa la Cassazione che la modicità del valore della donazione deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante, sulla base della potenzialità reddituale di quest’ultimo.

Nell’ambito della donazione è necessario distinguere tra donazione a familiari non conviventi e familiari conviventi.

L’utilizzo di strumenti tracciabili per le donazioni deve essere la regola per quanto riguarda i familiari non conviventi o, se conviventi, non appartenenti allo stretto nucleo familiare costituito dal coniuge, i figli e i genitori.

Quindi, ad esempio, se il figlio risiede in un’altra città e non sta più coi genitori, il bonifico risulta fondamentale per vincere la presunzione di evasione fiscale.

Al bonifico o all’assegno c’è un’altra strada per regalare denaro a parenti e familiari in modo sicuro: quella della scrittura privata registrata.
Sempre che la somma sia inferiore a tremila euro, si possono trasferire i soldi in contanti e firmare un documento in cui tale scambio viene formalizzato, specificando che si tratta, appunto, di donazione (non quindi di prestito).

L’atto va poi portato all’Agenzia delle Entrate per la registrazione che gli garantisce la data certa. Una tale scrittura evita la possibilità di contestazioni da parte del fisco.

Diversamente, chi spende del denaro di cui non riesce a provare la provenienza con una documentazione scritta rischia l’accertamento fiscale.

Invece, per i regali di denaro tra genitori, figli e coniuge, purché conviventi, la giurisprudenza adotta una maggiore elasticità: in questi casi è normale la donazione per contanti. Secondo la Cassazione è usuale che, nell’ambito di una famiglia, ci si aiuti a vicenda con regali di denaro nell’ottica di uno spirito di reciproco sostegno e solidarietà.

È del resto impensabile che, se il padre vuol aiutare il figlio a pagare la rata dell’assicurazione, lo faccia davanti a un notaio o con un assegno o con bonifico, ma aprirà il portafogli e gli darà direttamente le banconote che ha appena prelevato col bancomat.

Sicché se un contribuente dovesse godere di un tenore di vita superiore rispetto alla propria dichiarazione dei redditi, prima di un accertamento fiscale l’Agenzia delle Entrate deve tenere conto del reddito dichiarato anche dagli altri familiari conviventi.

Se così non fosse, tutti i giovani ancora disoccupati, che vivono a casa dei genitori, non potrebbero acquistare nulla senza rischiare un accertamento.

Donazioni tra parenti e familiari: quali sono i rischi? – Torna all’indice ^

Capita nella vita di dover richiedere ai propri genitori o ai propri parenti una somma di denaro per pagare la rata del mutuo o per acquistare i mobili dell’immobile o per realizzare un sogno nel cassetto.

Si pensi, ad esempio, al caso di Caio che guadagna 1.000 euro al mese, ma acquista un’auto con rate da 900 euro l’una.
Una tale situazione potrebbe fare insospettire il Fisco che potrebbe pretendere spiegazioni e provvedere a un accertamento fiscale.

Infatti, tutte le volte che si verifica un’incompatibilità tra uscita di denaro ed il reddito dichiarato, ovvero nei casi in cui il reddito del contribuente sia incompatibile con la spesa da questi sostenuta, scatta il redditometro.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, potrebbe sospettare che il denaro speso dal donatario derivi da qualche attività “in nero”.

In fin dei conti, il Fisco italiano deve tenere conto del potere di acquisto di un nucleo familiare.

Pertanto, secondo la giurisprudenza, l’amministrazione fiscale deve tenere conto della situazione reddituale dei familiari che convivono con il contribuente dato che si vengono a creare dei vincoli di solidarietà.

In una situazione di crisi economica ed occupazionale, è possibile che un padre che abbia disponibilità economiche mantenga il figlio disoccupato, il quale spende più delle sue reali capacità.

E, nella maggioranza dei casi, il trasferimento di denaro a titolo gratuito avviene in contanti, anche per somme che eccedono i 1.000 euro.

Per evitare, dunque, problemi con l’Agenzia delle Entrate è sempre necessario effettuare passaggi di denaro con strumenti tracciabili e mai in contanti, specie se la donazione non è di modico valore.

In secondo luogo, è necessaria una prova documentale e, se questa prova manca, scatta l’accertamento fiscale da parte del Fisco.

Sul punto si era espressa la Corte di Cassazione a Sezioni Unite con sentenza n. 18725 del 27 luglio 2017 stabilendo che, in mancanza di atto pubblico, la donazione di una somma consistente di denaro effettuata con bonifico per spirito di liberalità, ovvero senza che l’operazione bancaria sia motivata dal fatto di essere il pagamento di un prezzo di un bene acquistato o di un servizio ricevuto dal beneficiario del bonifico, è considerata nulla, con conseguenze significative per chi riceve la donazione.

Donazione tra genitori e figli per acquisto di immobile: aspetti fiscali – Torna all’indice ^

Quando si parla di donazioni di denaro tra genitori e figli, è fondamentale comprendere che, sebbene non esista un limite specifico da rispettare, è opportuno essere in grado di fornire spiegazioni precise in caso di richieste da parte delle autorità fiscali.

Questo significa che è importante mantenere una documentazione accurata e dettagliata che giustifichi la transazione nel caso in cui venga richiesto un rendiconto finanziario.

Ricordiamo, inoltre, che non tutte le donazioni tra genitori e figli devono essere giustificate alle autorità fiscali. La Corte di Cassazione ha stabilito in numerose occasioni che le donazioni motivate dalla solidarietà familiare, specialmente nel caso di conviventi, non sono soggette a indagini da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Pertanto, se la donazione è fatta con un sincero intento familiare, senza scopi elusivi o fraudolenti, non dovrebbero sorgere problemi con il Fisco.

Nel caso in cui un genitore decidesse di aiutare il figlio donandogli denaro utilizzando lo strumento del bonifico bancario, è importante avere ben chiaro quale sia la finalità dell’aiuto stesso.

Ad esempio somme di denaro donate per  l’avviamento economico alla professione del figlio appena abilitato, l’acquisto della sua prima abitazione, le spese per il matrimonio o la nascita dei bambini sono esempi di donazione indiretta che andrebbero disciplinate con atto pubblico; diverse invece le donazioni per spese nella quale non rientrano tutte le altre tipologie di spesanon eccezionali”, come quelle universitarie, o per l’acquisto dell’abito da sposa o altri beni di modico valore per i quali non è necessario l’atto pubblico.

Per quanto, invece, riguarda donazioni effettuate dai nonni ai nipoti? In diverse occasioni la Corte di Cassazione ha ricordato che, in caso di bonifico di valore rilevante effettuato al nipote per essere valido, deve essere assistito da atto pubblico, a meno che:

– non sia di modico valore (da valutare caso per caso, in proporzione al patrimonio del nonno),
– non sia ricorrente (es. pagamento regolare della rata di mutuo del figlionipote),
– non sia privo di motivazione

Quanti soldi si possono donare ai figli? – Torna all’indice ^

Quando si parla di donazioni di denaro tra genitori e figli, è fondamentale comprendere che, sebbene non esista un limite specifico da rispettare, è opportuno essere in grado di fornire spiegazioni precise in caso di richieste da parte delle autorità fiscali.

Questo significa che è importante mantenere una documentazione accurata e dettagliata che giustifichi la transazione nel caso in cui venga richiesto un rendiconto finanziario.

Tuttavia, è importante notare che non tutte le donazioni tra genitori e figli devono essere giustificate alle autorità fiscali. La Corte di Cassazione, l’organo giudiziario italiano di massima autorità nella giurisprudenza, ha stabilito in numerose occasioni che le donazioni motivate dalla solidarietà familiare, specialmente nel caso di conviventi, non sono soggette a indagini da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Pertanto, se la donazione è fatta con un sincero intento familiare, senza scopi elusivi o fraudolenti, non dovrebbero sorgere problemi con il Fisco.

Inoltre, quando un genitore decide di fare una donazione di denaro a un figlio, è essenziale considerare l’impatto sulla quota di eredità, nota come quota legittima, che la legge riserva ai parenti più prossimi, come il coniuge, i figli e, in mancanza di questi, i genitori.

La quota legittima rappresenta una porzione dell’eredità che viene garantita per legge agli eredi più prossimi, a prescindere dalle disposizioni testamentarie del defunto.

Pertanto, il genitore deve fare attenzione a non lesinare questa quota legittima quando effettua una donazione.

Va notato che il genitore ha il diritto di disporre liberamente della restante parte dell’eredità, chiamata quota disponibile. Questa quota può essere assegnata a chi il genitore ritiene più opportuno, sia tra i figli che tra altri beneficiari designati.

Tuttavia, è importante sottolineare che la quota legittima non può essere compromessa dalle donazioni. Nel caso in cui la quota legittima venga lesa a causa di una donazione, gli eredi legittimari hanno il diritto di impugnare la donazione stessa e chiederne l’annullamento.

È importante sapere che l’azione di annullamento dell’eredità deve essere proposta entro 10 anni dalla morte del donante. Questo termine è essenziale per garantire la stabilità e la certezza nel campo del diritto successorio.

Pertanto, se un genitore decide di donare una parte significativa dei fondi depositati sul proprio conto corrente al figlio primogenito, è fondamentale che gli altri figli o il coniuge agiscano tempestivamente, qualora ritengano che la donazione sia lesiva della loro quota legittima.

Nel caso in cui gli eredi legittimari avviino una causa civile in tribunale per chiedere una divisione dell’eredità che rispetti le quote spettanti a ciascun erede, sarà compito del tribunale esaminare attentamente le prove presentate dalle parti coinvolte.

Il tribunale prenderà in considerazione diversi fattori, come le intenzioni del donante, l’entità della donazione rispetto alla quota legittima, e altre circostanze pertinenti, per determinare se la donazione debba essere annullata o se la divisione dell’eredità debba essere modificata.

Donazione ai figli e questioni ereditarie – Torna all’indice ^

Quando un genitore decide di fare una donazione di denaro a un figlio è essenziale considerare limpatto sulla quota di eredità, nota come quota legittima, che la legge riserva ai parenti più prossimi, come il coniuge, i figli e, in mancanza di questi, i genitori.
La quota legittima rappresenta una porzione dell’eredità che viene garantita per legge agli eredi più prossimi, a prescindere dalle disposizioni testamentarie del defunto.

Pertanto, il genitore deve fare attenzione a non lesinare questa quota legittima quando effettua una donazione.

Va notato che il genitore ha il diritto di disporre liberamente della restante parte dell’eredità, chiamata quota disponibile. Questa quota può essere assegnata a chi il genitore ritiene più opportuno, sia tra i figli che tra altri beneficiari designati.

In caso di donazioni una successiva all’altra lesive della quota di legittima, come ci si regola? Sul punto è intervenuta la Corte di Cassazione Civile, Sez. 2 con Ordinanza n. 35461 del 02/12/2022.

In tema di tutela dei diritti del legittimario, le donazioni che il “de cuius” abbia fatto in vita, qualora debbano essere oggetto di riduzione ai fini della reintegrazione della quota di riserva, si riducono a cominciare dall’ultima e risalendo via via alle anteriori.
Tale ordine è tassativo ed inderogabile, cosicché non è consentito al legittimario di far ricadere il peso della riduzione in modo difforme da quanto disposto dagli artt. 555, 558 e 559 cod. civ. e, pertanto, la scelta del legittimario di ridurre una donazione anteriore senza previamente aggredire quella più recente incontra il limite rappresentato dall’onere di scomputare dal valore della riduzione richiesta quello della riduzione che il legittimario avrebbe potuto richiedere al donatario posteriore, giacché egli non può recuperare, a scapito di un donatario anteriore, quanto potrebbe conseguire agendo in riduzione nei confronti del donatario più recente
”.Ricordiamo che, nel caso in cui la quota legittima venga lesa a causa di una donazione, gli eredi legittimari hanno il diritto di impugnare la donazione stessa e chiederne l’annullamento.

Lazione di annullamento delleredità, peraltro, deve essere proposta entro 10 anni dalla morte del donante. Questo termine è essenziale per garantire la stabilità e la certezza nel campo del diritto successorio.

Pertanto, se un genitore decide di donare una parte significativa dei fondi depositati sul proprio conto corrente al figlio primogenito, è fondamentale che gli altri figli o il coniuge agiscano tempestivamente, qualora ritengano che la donazione sia lesiva della loro quota legittima.

Nel caso in cui gli eredi legittimari avviino una causa civile in tribunale per chiedere una divisione dell’eredità che rispetti le quote spettanti a ciascun erede, sarà compito del tribunale esaminare attentamente le prove presentate dalle parti coinvolte.

Il tribunale prenderà in considerazione diversi fattori, come le intenzioni del donante, l’entità della donazione rispetto alla quota legittima, e altre circostanze pertinenti, per determinare se la donazione debba essere annullata o se la divisione dell’eredità debba essere modificata.

Donazione tra familiari: come regolarizzarla ad hoc? – Torna all’indice ^

Tenendo debitamente conto delle problematiche a cui sia il donante che il donatario potrebbero andare incontro, ecco come regolarizzare la donazione ad hoc.

Per ottenere in regalo una somma di denaro da un parente o da un familiare, si deve sempre conservare le tracce della donazione mediante bonifico bancario.

Ma non basta: occorre scrivere come causale «donazione» o «regalo» per consentire all’Agenzia delle Entrate di comprendere l’intento delle parti.

Nel caso in cui il donatario non sia titolare di conto corrente e la somma gli venga data in contanti, è necessario formalizzare il tutto mediante una scrittura privata con data certa.

Le parti devono redigere un atto con cui viene evidenziata la somma regalata, specificando che si tratta di donazione tra familiari.

Per certificare” la data riportata sulla scrittura privata si può: registrarla all’Agenzia delle Entrate; spedire via PEC il documento firmato digitalmente; spedire il documento con raccomandata a.r. al beneficiario.

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Donazione in ambito familiare: si pagano le tasse? – Torna all’indice ^

I Giudici Meneghini hanno rilevato come il DPCM de quo, non preveda, in caso di separazione o divorzio, preclusioni in merito all’attuazione delle disposizioni di affido e collocamento dei minori e, pertanto, consenta gli spostamenti finalizzati a rientri presso la residenza o il domicilio.

Il Tribunale, in modo del tutto condivisibile, conclude affermando come nessuna “chiusura di ambiti regionali può giustificare violazioni di provvedimenti di separazione o divorzio vigenti”.

Le donazioni tra familiari non scontano limposta sulle donazioni se non eccedono la soglia di un milione di euro.

Dopo tale tetto l’aliquota applicata è del 4% sul valore complessivo della donazione.

Di seguito uno schema per la visione completa della tassazione:

> Per le donazioni tra coniugi e parenti in linea retta (genitori e figli, rispettivi ascendenti e discendenti in linea retta, adottanti e adottati), non si paga l’imposta di donazione se l’importo non eccede 1 milione di euro (cosiddetta franchigia).

> Oltre tale importo si paga l’imposta con aliquota al 4% dell’importo donato.

> Tra fratelli e sorelle la franchigia è di 100.00 euro, per cui solo dopo tale importo si dovrà pagare l’imposta di successione, la quale, in questo caso, è pari al 6%.

> Tra parenti fino al 4° grado, affini in linea retta e affini in linea collaterale fino al 3° grado, non è prevista lacuna franchigia e l’aliquota è del 6%.

> Per le donazioni tra amici o soggetti diversi rispetto a quelli sopra individuati, la tassazione è dell’8% sull’intero ammontare.

(Modello – FAC-Simile Scrittura privata Donazione tra familiari) – Torna all’indice ^

Con la presente scrittura privata, redatta in duplice originale, tra
 il signor ……… nato a ……… (…) il ……… e residente in ……… in via ……… n. …, codice fiscale ………, (donante);
 ed il signor ……… nato a ……… (…) il ……… e residente in ……… in Via
……… n. …, codice fiscale ………, (donatario),
premesso che tra il donante ed il donatario intercorre il seguente rapporto di parentela: ………
si conviene e stipula quanto segue:

Art. 1. OGGETTO

1.1. Il donante dà al donatario, che accetta la somma di euro ……… (in lettere ………) che versa a mezzo assegno bancario n. ……… tratto sulla Banca ……… Filiale ……… o tramite bonifico bancario con versamento dal conto n. ……… (Banca ………) di titolarità di ……… in favore del conto n. ……… (Banca ………) di titolarità di ………. Detto bonifico avviene (o avverrà) in data ……… (o all’atto della redazione della presente scrittura).

Art. 2. GRATUITÀ

2.1. Il donante dichiara che tale somma viene versata a mero scopo di liberalità e senza quindi obblighi di restituzione. Il donatario accetta la liberalità.

Art. 3. SCOPO

3.1. La somma oggetto del presente contratto di donazione è consegnata al donatario affinché questi possa disporne nel seguente modo: …….

Avvocato Elisa Brizzi

Informazioni sull'Autore

Avv.to Elisa Brizzi

L’Avvocato Brizzi ha maturato una notevole esperienza nel campo del Diritto Civile, con particolare riferimento a successioni, donazioni, contrattualistica tra privati e imprese e nel campo della tutela dei diritti del Consumatore (controversie contro operatori telefonici –
azioni e richieste risarcitorie per violazione del codice del consumo).

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