– Spesso chi subisce un infortunio sul lavoro non è a conoscenza delle azioni da intraprendere per non scontrarsi con il proprio datore di lavoro o i colleghi.

Infortunio sul lavoro come funziona

Quando possiamo parlare di infortunio sul lavoro – Torna all’indice ^

Nell’ambito del Diritto del Lavoro, l’infortunio sul lavoro è un evento dannoso che provoca lesioni fisiche o psicologiche a un dipendente durante lo svolgimento delle sue mansioni. Sebbene non esista una definizione normativa precisa dell’infortunio sul lavoro, il Testo Unico (T.U.) fornisce indicazioni chiare sulla sua natura e copertura assicurativa.

Secondo il T.U., l’assicurazione copre tutti i casi di infortunio derivanti da cause violente durante l’attività lavorativa che portino alla morte o a una disabilità permanente (totale o parziale) o a una temporanea incapacità assoluta che richieda l’astensione dal lavoro per più di tre giorni.

Gli elementi essenziali dell’infortunio sul lavoro sono i seguenti:

  • Un evento dannoso;
  • Un trauma fisico che provochi lesioni al lavoratore;
  • Un collegamento con l’attività lavorativa;
  • Una causa violenta.
assistenza legale in materia di infortuni sul lavoro
L’INAIL, sul proprio portale web, fornisce ulteriori delucidazioni sui concetti di “occasione di lavoro” e “causa violenta” menzionati nell’articolo 2 del T.U.

L’”occasione di lavoro” implica un nesso di causalità tra l’incidente e l’attività lavorativa svolta dal lavoratore, comprese le attività preliminari o strumentali ad essa.

È importante sottolineare che l’infortunio non è coperto se causato da comportamenti estranei al lavoro, simulazioni da parte del lavoratore o se le conseguenze sono volontariamente aggravate dallo stesso.

La “causa violenta” rappresenta un elemento esterno che, in modo improvviso e diretto, danneggia l’integrità fisica o psicologica del lavoratore all’interno del luogo di lavoro. Questo può includere movimenti bruschi, sforzi fisici intensi, esposizione a sostanze tossiche, virus, condizioni climatiche avverse e qualsiasi altro fattore che influisca negativamente sull’insorgere dell’evento dannoso.

Oltre agli elementi identificati in “occasione lavoro” e “causa violenta”, ricordiamo l’ulteriore elemento fondante l’infortunio sul lavoro ovvero “la lesione”, ossia una modificazione negativa dell’appartato psicofisico del lavoratore.

Come riporta il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “l’infortunio sul lavoro rappresenta ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini l’inibizione totale o parziale della capacità lavorativa o, nei casi più estremi, un danno biologico permanente o la morte della persona stessa”.

Ricordiamo che, a partire dall’anno 2000, viene riconosciuto dall’inali anche l’infortunio in itinere, ovvero viene tutelato il lavoratore anche nel tragitto casa-sede di lavoro, nonché durante il periodo di pausa pranzo o in occasione di spostamenti per motivi di lavoro.

In caso di lavoro a distanza o smart working, il dipendente è tutelato in egual misura, come stabilito dalla legge 81/2017 sul lavoro agile. Quest’ultima, infatti, tutela i lavoratori dipendenti indipendentemente dal luogo in cui viene svolta la prestazione lavorativa.

Come va effettuata la denuncia di infortunio sul lavoro – Torna all’indice ^

L’infortunio sul lavoro può richiedere una comunicazione o una denuncia da parte del datore di lavoro, a seconda della gravità e della prognosi.

La comunicazione è obbligatoria per infortuni con una prognosi fino a tre giorni, mentre la denuncia è necessaria per prognosi superiori a tre giorni.

La denuncia, che comprende anche l’obbligo di comunicazione, deve essere inviata in via telematica utilizzando il modulo apposito disponibile sul sito web dell’INAIL (modello 4 bis R.A.).

Nello specifico, il datore di lavoro dovrà:

– Denunciare l’infortunio all’INAIL entro 2 giorni dal momento della ricezione degli estremi del certificato medico, che sarà già stato trasmesso per via telematica all’Istituto stesso dal medico curante o dalla struttura sanitaria competente. Questa tempistica vale per gli infortuni con prognosi superiore ai 3 giorni

– Comunicare l’evento entro 24 ore in caso di infortunio mortale o con pericolo di morte

– Comunicare l’infortunio all’INAIL entro 2 giorni dalla ricezione del nuovo certificato medico quando un infortunio prognosticato, guaribile entro tre giorni, si veda prolungare al quarto

Cosa succede in caso di ritardo nella denuncia dell’infortunio sul lavoro da parte del datore di lavoro?

L’articolo 53 del T.U. prevede un illecito amministrativo punibile con sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma di denaro.

Sono previste delle sanzioni anche se il ritardo nell’invio della comunicazione dell’infortunio riguarda quello ai fini statistici e informativi.

Il danno biologico e le tabelle di indennizzo – Torna all’indice ^

Gli infortuni sul lavoro possono causare gravi danni fisici e psicologici. L’INAIL fornisce prestazioni in base al grado di menomazione e al danno biologico, valutato tramite la “Tabella delle menomazioni” stabilita dal d.lgs. 38/2000.

Se la menomazione permanente è compresa tra il 6% e il 15%, viene erogato un indennizzo in capitale in un’unica soluzione, determinato dalla “Tabella indennizzo danno biologico in capitale” del D.M. 12 luglio 2000, modificato dal D.M. 45/2019.

Nel caso in cui la menomazione permanente sia compresa tra il 16% e il 100%, l’indennizzo viene erogato in forma di rendita. L’importo della rendita comprende una quota che compensa il danno biologico e una quota che copre la ridotta capacità del lavoratore di produrre reddito.

Le tabelle di riferimento per calcolare l’importo sono la “Tabella indennizzo danno biologico in capitale” e la “Tabella dei coefficienti”. Quest’ultima tiene conto del coefficiente e della percentuale adatti alla retribuzione del lavoratore.

Nel caso in cui l’infortunio causi la morte del lavoratore, l’INAIL fornisce supporto ai familiari attraverso un Fondo istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dal 2007.

Questo fondo ha lo scopo di fornire adeguato supporto ai familiari delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, assicurati e non, secondo il Testo Unico. L’INAIL eroga una rendita o un beneficio una tantum ai familiari e copre le spese funerarie attraverso l’assegno funerario.

Danno differenziale e danni complementari – Torna all’indice ^

 
Il danno differenziale si riferisce alla differenza tra il danno biologico calcolato secondo i criteri civili e quello calcolato secondo i parametri dell’INAIL.

Questa differenza può essere significativa e deve essere correttamente riconosciuta al lavoratore infortunato, oltre a quanto l’INAIL già indennizza.

I danni complementari, al contrario, sono voci di danno che l’INAIL non copre, come il danno morale, la perdita di opportunità professionali e di carriera, e la personalizzazione del danno biologico.

Questi danni possono derivare da lesioni gravi o decesso e devono essere gestiti con attenzione.

La gestione dei casi di infortuni sul lavoro richiede competenze specifiche, tra cui la ricostruzione delle dinamiche dell’incidente, l’attribuzione delle responsabilità, la valutazione delle menomazioni causate dalle lesioni e una profonda conoscenza della normativa sulla sicurezza sul lavoro.

Inoltre, è importante sapere come richiedere e ottenere il risarcimento per il lavoratore infortunato e/o i suoi familiari.

Gli importi erogati alle famiglie nel 2023 – Torna all’indice ^

L’autorità competente, il Ministero del Lavoro, ha pubblicato sul proprio sito il decreto n. 75 del 18 maggio 2023, che stabilisce gli importi della prestazione una tantum erogata dall’INAIL ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro nell’anno corrente.

Per gli incidenti avvenuti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023, le famiglie che hanno perso un loro caro hanno diritto a un sostegno economico dal Fondo vittime infortuni sul lavoro.

L’importo varia da un minimo di 4.000 euro, per i nuclei familiari composti da un solo membro, a un massimo di 14.500 euro per quelli con più di tre familiari. Questi importi rappresentano una diminuzione rispetto al 2022, ma sono in linea con quelli previsti negli anni precedenti.

La prestazione una tantum del Fondo vittime infortuni sul lavoro spetta sia ai familiari dei lavoratori assicurati sia a quelli di lavoratori non soggetti all’obbligo assicurativo, come militari, vigili del fuoco, forze di polizia e liberi professionisti.

Questa prestazione include anche i superstiti tutelati dall’assicurazione contro gli infortuni domestici.

Per richiedere la prestazione, è necessario presentare una domanda, che può essere consegnata personalmente presso la sede territoriale dell’INAIL competente, oppure inviata tramite posta ordinaria o PEC.

L’INAIL ha altresì fornito dati sugli infortuni sul lavoro in Italia. Nel report datato febbraio 2023 si evidenzia un aumento del 25,7% delle denunce pervenute all’Istituto rispetto al 2021 e dell’8,7% rispetto al 2019.

Nel 2022, sono state denunciati complessivamente ben 697.773 infortuni. Sia gli infortuni sul posto di lavoro (+28%) che quelli in itinere (+11,9%) sono in aumento.

Infortunio sul lavoro: rivalutate le prestazioni INAIL – Torna all’indice ^

 

L’INAIL ha recentemente comunicato un aggiornamento importante tramite la circolare n. 40 del 12 settembre 2023.

A partire dal 1° luglio 2023, la misura delle retribuzioni utilizzate per calcolare le rendite per i settori dell’industria, della navigazione e dell’agricoltura è stata rivalutata.

Questo aggiornamento si basa sulla variazione percentuale dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati tra il 2021 e il 2022 (D.M. 106/2022 e 108/2022).

Per il settore industriale, la retribuzione media giornaliera utilizzata per calcolare i massimali e i minimi delle retribuzioni annuali è fissata a 91,53 euro.

Di conseguenza, gli importi minimi e massimi delle retribuzioni annuali sono i seguenti:

Retribuzione annua minima: 19.221,30 euro;
Retribuzione annua massima: 35.696,70 euro.

La circolare fornisce anche gli importi rivalutati per altre prestazioni economiche, come l’assegno una tantum in caso di morte, l’assegno per assistenza personale continuativa e gli assegni continuativi mensili.

La nomina dell’RSP non esonera il datore dalla responsabilità penale – Torna all’indice ^

 

La recente sentenza n. 21153 del 18 maggio 2023 emessa dalla Corte di Cassazione ha affrontato la questione della responsabilità penale del datore di lavoro riguardo agli infortuni sul lavoro.

La Corte ha confermato il principio di diritto per cui “la mera designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione non costituisce una delega di funzioni e non è dunque sufficiente a sollevare il datore di lavoro e i dirigenti dalle rispettive responsabilità in tema di violazione degli obblighi dettati per la prevenzione degli infortuni sul lavoro“.

Recentemente la Cassazione Penale, Sez. 4, con sentenza del 24 luglio 2023, n. 31879 si è soffermata nuovamente sul tema della responsabilità penale del datore di lavoro e del preposto al cantiere a seguito di infortunio sul lavoro di un dipendente.

Nel caso di specie secondo i Giudici di Merito (e confermato dalla sentenza in esame emessa dalla Cassazione Penale, Sez. 4) ”in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, è correttamente inquadrato come datore di lavoro, titolare di una posizione di garanzia, il soggetto che, pur avendo formalmente appaltato a terzi le opere che hanno dato origine all’infortunio, sia intervenuto costantemente nella loro esecuzione, acquistando i materiali e le attrezzature, curando l’organizzazione del lavoro e impartendo istruzioni e direttive” (Sez. 4, n. 7954 del 10/10/2013, dep. 2014, Ventura, Rv. 259274; v. anche: Sez. 3, n. 50996 del 24/10/2013, Gerna, Rv. 258299).

Domande frequenti – Torna all’indice ^

Quanti tipi di infortunio sul lavoro ci sono?

Le statistiche sugli infortuni sul lavoro pubblicate dall’INAIL si suddividono tradizionalmente in due sezioni principali: gli infortuni denunciati e quelli definiti dall’INAIL.

La sezione degli infortuni denunciati comprende tutte le segnalazioni di infortuni ricevute dall’Istituto, indipendentemente dal loro riconoscimento successivo.

La sezione degli infortuni definiti è costituita dagli eventi che soddisfano i criteri di infortunio sul lavoro causato da una causa violenta, che ha portato alla morte o a una disabilità permanente totale o parziale, o a una disabilità temporanea (DPR, 1965).

Gli infortuni riconosciuti possono essere classificati nelle seguenti categorie:

  • Temporanei: causano un’incapacità temporanea totale superiore a tre giorni, senza conseguenze permanenti.
  • Permanenti: causano conseguenze permanenti superiori al 5%.
  • Mortali: portano al decesso dell’infortunato.
Come gestire un infortunio sul lavoro?

Se si verifica un infortunio sul lavoro, è essenziale seguire immediatamente questi passaggi:

  1. Informare tempestivamente il proprio datore di lavoro.
  2. Consultare il medico aziendale o recarsi al Pronto Soccorso per spiegare i dettagli dell’incidente.
  3. Ottenere dal medico un certificato medico iniziale che riporti la diagnosi e il periodo di assenza dal lavoro.
  4. Consegnare una copia del certificato al datore di lavoro, che dovrà presentare una denuncia all’INAIL.
  5. Prima della scadenza della prognosi, recarsi all’INAIL per una visita medica di controllo.
    Se necessario, verrà programmata un’ulteriore visita e verrà rilasciato un certificato da consegnare immediatamente al datore di lavoro per continuare l’assenza dal lavoro.
    Se invece si è pronti a riprendere il lavoro, verrà emesso un certificato di idoneità che dovrà essere consegnato al datore di lavoro.
Cosa fa l'Inail in caso di infortunio?

L’Inail garantisce la tutela dei lavoratori colpiti da infortuni sul lavoro o malattie professionali, offrendo prestazioni economiche, sanitarie e integrative.

Questo sostegno è disponibile anche nel caso in cui il datore di lavoro non abbia regolarmente versato il premio assicurativo.

Quali sono gli obblighi a carico del lavoratore a seguito di un infortunio?

Il lavoratore deve prontamente informare il proprio datore di lavoro di qualsiasi infortunio, anche se di entità minore.

Nel caso in cui il datore di lavoro non venga a conoscenza dell’incidente e non presenti la relativa denuncia nei termini previsti dalla legge, l’infortunato perderà il diritto all’indennità economica temporanea per i giorni precedenti a quelli in cui il datore di lavoro è stato informato dell’infortunio.

L’infortunato è tenuto a seguire le visite mediche e i trattamenti ritenuti necessari dall’ente assicuratore.

È inoltre obbligatorio che il lavoratore si sottoponga ai controlli previsti dall’INAIL, presentandosi presso le sedi territoriali dell’ente preposto alla gestione della pratica.

Il rifiuto ingiustificato di seguire i trattamenti prescritti o l’evitare di seguire le cure comporterà la perdita del diritto all’indennità per l’incapacità temporanea e potrebbe portare alla riduzione di una possibile rendita.

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